Iniziamo il nuovo anno con una poeta che utilizza la scrittura come forma di arte relazionale, crea progetti ed è una performer.
Alessandra Racca, torinese, oltre a scrivere poesie tiene corsi di scrittura per adultə e bambinə. Ama la poesia ad alta voce ed è sempre in viaggio con l’intento di mostrare che la poesia non è una noia. Infatti, nei suoi reading mescola la voce recitante con la teatralità e la musica. Da diversi anni gira per l’Italia, accompagnata da musicisti e artisti, esibendosi non solo nelle piazze o nelle librerie, ma anche nelle biblioteche, nelle spiagge e nei boschi.
È coordinatrice e organizzatrice per il Piemonte della Lega Italiana Poetry Slam. Come abbiamo visto nella nostra rubrica, qualche mese fa, il poetry slam è una forma d’arte popolare performativa che viene sottoposta al giudizio del pubblico. E Racca partecipa spesso a questi eventi come artista in gara o presentatrice.
Sul web Alessandra Racca è conosciuta come la “Signora dei calzini”, titolo che ha scelto per il suo blog, uno spazio che rispecchia la sua eclettica vivacità e la sua capacità di giocare con le parole.
Nostra Signora dei calzini è anche il titolo della raccolta, pubblicata da Neo Edizioni, da cui è tratta la poesia Valli a capire, i calzini (e non solo) che proponiamo oggi. L’ascolto è accompagnato dal video curato da Debora Menichetti.
Serena Betti
Foto in alto: Alessandra Racca
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Valli a capire, i calzini (e non solo).
Due calzini
uno brutto e uno bello
li compero ogni autunno.
Due calzini,
uno brutto e uno bello
si perdono: ogni autunno.
C’è un luogo, signora,
dove si perdono i calzini,
c’è, signora,
in ogni casa.
La signora che vende i calzini
sorride
e ha quella certa comprensione
negli occhi:
è d’accordo con me.
Ci accaniamo
per un buon cinque minuti
io e la signora
sui calzini scomparsi
e su chi li faccia scomparire.
Dopo mi sento meglio,
ma non mi volto a guardare:
la voglio pensare assorta,
la signora dei calzini,
con una certa profondità negli occhi
con una certa comprensione per me.
Perché ciò che veramente volevo dirle
ciò che veramente mi infastidisce
è che ho perso qualcosa
che ieri sera avevo capito
e che ora non so più,
non me lo ricordo.
C’è un luogo, signora,
dove si perdono i pensieri,
c’è, signora,
in ogni corpo.
Perciò ho due calzini nuovi
in borsa,
uno bello e uno brutto,
due calzini perduti
in casa,
uno bello e uno brutto,
e ho il cuore terribilmente confuso