«Non sono un uomo, sono un ombra che fugge tutto e se stessa.» Gustavo Rol (Torino, 20 giugno 1903 – Torino, 22 settembre 1994).
Uscito per Neri Pozza ad aprile 2024, L’ultimo mago di Francesca Diotallevi conferma che la letteratura è rivelazione.
Il romanzo è ambientato a Torino alla fine del 1959 e all’inizio del 1960(*). Il protagonista, Nino Giacosa, è uno scrittore. Ha abbandonato la sua città e i suoi amici dopo aver combattuto nella Seconda Guerra Mondiale ed essere stato prigioniero. Nino torna a Torino con molti debiti di gioco e in fuga da creditori pericolosi. Qui ritrova i suoi vecchi amici, Miriam e Giorgio. Miriam lo introduce nel mondo di Gustavo Rol, un uomo che tiene serate in casa sua dove si verificano eventi definiti “esperimenti”. Nino è scettico e in cerca una storia da scrivere per riempire il vuoto della sua esistenza. Dall’incontro con Rol nasce l’idea di smascherare quello che lui considera un imbroglio, un’illusione.
L’ultimo mago è un’esplorazione del mistero dell’esistenza umana e della capacità di credere, di sognare e di meravigliarsi. Diotallevi solleva interrogativi sulla natura della magia, chiedendosi se questa risieda nei fenomeni in sé o nello sguardo di chi osserva. Il romanzo suggerisce che la magia potrebbe essere creata in parte da chi la percepisce e dall’immaginazione. Proprio come accade in letteratura. Infatti, chi scrive crea con le parole, ma è chi legge a dare vita alla storia con la propria immaginazione.
Magia nella magia è Torino che non è solo il luogo fisico in cui si svolge la vicenda. È un’atmosfera.
«[…] qualcosa gli si agitò dentro nello scorgere, tra gli austeri profili dei palazzi e nelle ariose piazze, qualcosa di familiare. Una luce, o forse null’altro che un’impressione.»
L’ultimo mago non si limita a raccontare la storia di un personaggio enigmatico, ma ci invita a riflettere sulla nostra capacità di stupirci e di credere nell’invisibile, riconoscendo l’importanza di nutrire la meraviglia e la speranza nella propria vita. Insomma, un invito a non rinunciare alla magia che credo dovremmo raccogliere.
Cinzia Inguanta
In alto: Francesca Diotallevi, Palazzo della Gran Guardia, Verona 29 settembre 2024 (C.I.)
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* Il romanzo si concentra su un breve arco temporale tra il 1959 e il 1960. In quel periodo si trovava a Torino anche Vivian Maier. L’autrice, affascinata dalle coincidenze e dalle figure enigmatiche, aveva dedicato alla fotografa Dai tuoi occhi solamente (2018).