Veronica Aquino, l’arte come terapia e il progetto di aiutare glə altrə

Veronica Aquino
«Durante il periodo della pandemia ho prodotto la maggior parte delle mie opere dando vita a quadri che riflettevano il mio stato d’animo.»

Veronica Aquino è una giovane donna che ha trovato nell’arte la sua via d’espressione e di cura. Le sue opere sono intense e suggestive, strumento terapeutico ma anche veicolo per affrontare i periodi difficili della vita.

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Quando ha cominciato a interessarsi all’arte?

«La passione per l’arte è nata in me fin da quando ero piccola. Ricordo che alle scuole medie i miei compagni di classe e anche la mia professoressa di Storia dell’Arte mi richiedevano ritratti e caricature. Sull’onda di questa passione coltivata per anni mi sono iscritta all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, frequentando il corso di scenografia per il triennio iniziale. Questo corso però non mi ha appassionato come speravo, così per il biennio successivo ho frequentato un corso di fotografia. Nei ritratti fotografici ho ritrovato quello che mettevo nei miei disegni e quindi, anche ispirata dal fotoreporter napoletano Luciano D’Alessandro, mi sono appassionata alla fotografia di strada, per mezzo della quale si incontrano gli occhi delle persone, la vera essenza.»

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Quando ha cominciato a produrre le sue opere?

«Prevalentemente da circa cinque anni, soprattutto nel periodo della pandemia. Quando siamo stati costretti a rimanere in casa, realizzare opere d’arte mi è servito moltissimo anche come terapia. Più o meno dallo stesso periodo sto seguendo un percorso di psicoterapia per ansia e attacchi di panico e l’arte è stata davvero curativa.»

Cosa la ispira maggiormente?

«Ritratti e caricature sono principalmente su commissione e vengo contattata attraverso il passaparola o i miei profili Facebook o Instagram. Mi dà molta soddisfazione, a fine lavoro, accogliere il ringraziamento delle persone e sentirmi dire che il mio lavoro è molto somigliante.

I miei dipinti, invece, traggono ispirazione dal mio stato emotivo. L’ispirazione deve solo trovare la via e di solito affiora nei momenti più bui e difficili, mai in quelli di serenità. Durante il periodo della pandemia, molto difficile per me, ho prodotto la maggior parte delle mie opere dando vita a quadri che riflettevano i miei stati d’animo. Come le ho detto per me dipingere è terapia, è sempre catartico. È un modo di riflettere e affrontare il periodo che sto vivendo, lasciando la mia creatività libera di esprimersi riesco a trovare la chiave di svolta.

Altra fonte di ispirazione è la musica. Io amo molto due artisti in particolare, ovvero Pino Mango e Franco Battiato

Veronica Aquino libroMi parli de Le finestre dell’arte, il libro che parla del suo personale viaggio artistico.

«L’idea del libro è nata subito dopo il periodo Covid, ho voluto mettere insieme tutto quello che è stato il mio percorso artistico, che poi rispecchia anche quello umano. Il libro è suddiviso in tre capitoli che raccolgono le mie fasi creative: ritratti, fotografia e dipinti. Sto anche pensando a un secondo volume in cui mettere in gioco più me come donna, invece che come artista.»

Oltre a questo secondo libro ha altri progetti futuri?

«Negli ultimi tempi sta prendendo piede l’idea di creare un’associazione che possa aiutare le persone in difficoltà. Come ho detto dipingere per me è sempre stato liberatorio e poter creare una rete di supporto attraverso l’arte sarebbe davvero un bel progetto. Chissà che non lo possa realizzare, un giorno o l’altro.»

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Veronica Aquino, autoritratto

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