Vanessa Roghi: La parola femminista, una storia politica e personale

manifestazione femminista - vanessa roghi
Un saggio brillante dal valore universale. Una ricostruzione storica e sociale utile in modo trasversale a tutte le generazioni.  

La parola femminista, una storia politica e personale è l’ultima pubblicazione di Vanessa Roghi, edita da Mondadori nel 2024. Roghi è una storica, autrice di programmi per Rai Cultura. Dal 2020 al 2021 è stata Bodini Fellow presso l’Italian Academy della Columbia University ed è una ricercatrice indipendente. Nel mese di gennaio ho assistito alla presentazione del suo libro a Firenze. L’autrice era in compagnia di Chiara Bottici, professoressa associata di filosofia presso l’università New School for Social Research di New York e alla linguista Vera Gheno. Senza ombra di dubbio una delle presentazioni più brillanti e interessanti a cui io abbia mai assistito.  

Qualche anno fa insieme all’amica Lucilla Baroni ci chiedevamo il significato che riveste oggi la parola “femminista”. Ce lo domandavamo considerando lo scarto generazionale di tredici anni che ci separa, ma anche la condivisione di valori che ci unisce. Le nostre riflessioni di quella sera avrebbero richiesto un’analisi approfondita che non poteva certo risolversi in due chiacchiere da bar. Ascoltando le parole di Vanessa Roghi ho capito che nel suo libro avremmo potuto trovare le risposte che cercavamo. E avevo visto giusto!

Il saggio di Roghi riesce in modo brillante (cosa non scontata per un saggio) a ripercorrere la sua storia personale e contemporaneamente la storia pubblica (che definisce con la S maiuscola) che riguarda tuttə noi. La Roghi bambina che veniva portata alle manifestazioni di fine anni Settanta e la ragazzina che scriveva sulla Smemoranda si intreccia con quelle pietre miliari del femminismo come Carla Lonzi o Elena Gianini Belotti (e di tante tante altre di ieri e di oggi). In questo modo si riscrive la storia della parola femminista e si scopre che può davvero assumere e racchiudere tanti significati e che ha attraversato la nostra storia.

Secondo l’autrice «Questo è un libro per chi, come me, la parola femminista se l’è persa spesso per strada per tanti motivi, mai per scelta, e crede che non sia stato un bene e prova oggi a farci i conti perché la sente non solo utile ma necessaria.» Per coloro che come me condividono con Roghi di essere nate agli inizi degli anni Settanta può essere particolarmente vero. La prospettiva storica, caratteristica di Vanessa Roghi, credo tuttavia che restituisca al testo un valore universale, che lo renda interessante e utile in modo trasversale a tutte le generazioni. Alle nostre mamme, nonne, zie ma anche alle nostre figlie e ovviamente anche a tutto il pubblico maschile. Un prezioso aiuto per la nostra povera e labile memoria. Uno strumento capace di sollecitare riflessioni, sempreché si abbia voglia di riflettere.

Paola Giannò

Foto in alto: manifestazione di Non Una Di Meno in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Roma, 24 novembre 2018 da Wikimedia Commons

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1 commento su “Vanessa Roghi: La parola femminista, una storia politica e personale”

  1. mi stupisce sempre la capacità di sintesi di Paola che con poche parole riesce a cogliere nel segno. anche a me è piaciuto molto, un libro fatto di tante citazioni che però ho il grande potere di suscitare riflessioni . lo trovo fondamentale per ogni giovane donna anche perchè stimola la voglia di leggere molti libri li citati.
    ma, chiedo (mentre mi scuso per l’ignoranza), che significa “Bodini Fellow”?

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