Mare avvelenato: brama di riscatto, superstizione e desiderio di emancipazione

elena magnani
Tomaso diviso tra l’onore da ritrovare e una maledizione da smentire, Petra in lotta per la libertà in un mondo che la vuole prigioniera.

Alla fine di agosto dello scorso anno è uscito per Giunti Mare avvelenato, di Elena Magnani.

«Qualunque cosa sfiorino i tuoi occhi, marcisce e muore». Il romanzo inizia così, con Tomaso Mazzeo che si sveglia senz’aria nei polmoni, tormentato da questa frase che rappresenta la sua maledizione. Etichettato come uno “spirito tintu” dalla levatrice che lo fece nascere, vive con la convinzione di avere mezz’anima e di essere pericoloso per chiunque gli si avvicini.

Siamo a Messina nell’inverno del 1908, i Mazzeo sono una famiglia decaduta della malvivenza locale. Dopo la morte per uccisione dei capofamiglia, gli altri componenti stanno cercando una strada più onesta per vivere. Tomaso però non vuole rinunciare all’onore e al prestigio del suo cognome. Una mattina si reca alla Palazzata per vendere il latte e incontra lo sguardo di Petra, giovane maestra montessoriana e rivoluzionaria. Quello sguardo lo colpirà dritto al centro di una emozione che non sapeva di poter provare. Da quel momento la sua vita è un altalenare di doveri e sentimenti: restare fedele ai propri intenti o smentire la levatrice. Famiglia o amore.

Fa da cornice alle vicende tormentate di Tomaso uno dei disastri naturali più devastanti che il nostro Paese ricordi: il terremoto che il 28 dicembre 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria. L’autrice riporta alla luce un sisma che annientò popolazioni e territori e che la sua famiglia ha vissuto in prima persona.

La scrittura di Elena Magnani è fluida e piacevole, grande pregio va riconosciuto alla sua capacità descrittiva. Ho apprezzato moltissimo i dettagli dei gesti e delle sensazioni fisiche che hanno avuto la capacità di portarmi dentro ai personaggi, esattamente come ne La segnatrice, suo precedente romanzo del quale vi avevo parlato qui. Mare avvelenato è una storia che si legge con piacere, che scava nell’animo umano e ci insegna che chi siamo lo decidiamo noi e non una frase detta con cattiveria e superstizione. Che la nostra vita sta solo nelle nostre mani e come viverla lo decidiamo noi, che si tratti di un ragazzo con troppe responsabilità sulle spalle o di una giovane donna che sta muovendo i primi passi nel cammino dell’indipendenza femminile.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Elena Magnani dal sito Giunti.it

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