Nel suo ultimo romanzo Rossana Campo racconta una storia fatta di donne vitali, mai docili e sempre pronte a guardare avanti.
La protagonista dell’ultimo romanzo di Rossana Campo, Libere e un po’ bastarde (Bompiani, 2025), si chiama Betti, vive a Parigi ed è circondata da amiche di ogni età e professione. Donne che hanno in comune con lei elementi fondamentali per mantenere un’amicizia. Adorano chiacchierare per ore attorno a un tavolo, incasinarsi la vita e consolarsi (o rimproverarsi, se ce n’è bisogno) a vicenda. E, al di là dell’effettiva età anagrafica, sono tutte, indiscutibilmente giovani. Perché non hanno perso l’energia, la scintilla negli occhi – come la chiama Betti – che è più importante di qualsiasi data di nascita sui documenti ufficiali.
La loro tempra le rende appassionate. A volte spingendole a lasciarsi trasportare dagli eventi, altre a incaponirsi ad andargli contro. Talvolta mosse da un sano egoismo, un amor proprio che alle donne per secoli è stato negato nel nome della necessità di sacrificarsi per qualcuno. Poco importa che Betti fatichi a piazzare la sua ultima sceneggiatura. Che Gloria si trovi ad affrontare un regista tiranno – suo marito – che sul palco non la rispetta. Che tra Lorenza e Sylvie, compagne da una vita, si mettano nel mezzo diavoletti tentatori. L’importante, sembra dire Campo, è andare avanti.
Mi sono divertita a identificare i tre momenti top del romanzo. L’indimenticabile incontro tra Delphine e mamma terra. Betti che racconta il suo primo bacio. Che illustra la teoria sulla poli-fedeltà.
Da sempre, Rossana Campo è capace di far sorridere, se non ridere, e pensare, giocando sulla capacità di presentare a chi legge situazioni in cui si possa identificare. O per lo meno comprendere, per quanto lontane dal proprio mondo. O perché riportate divinamente nella letteratura che «è un secondo mondo che a volte ricompensa la povertà di senso e d’amore del primo».
Libere e un po’ bastarde è una storia piena di vita. Che, pur senza stucchevoli lieti fini, lascia una bella sensazione di energia e di sorellanza. Come a dire che anche noi che leggiamo, se vogliamo, possiamo riuscire a riconoscerci come persone libere. E perché no, permetterci, senza vergogna, di essere pure un po’ bastarde, qualche volta.
Silvia Roncucci
Foto in alto: ritratto di Rossana Campo dal sito della scrittrice rossanacampo.it
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