“Un libro e …” – Alta fedeltà, romanzo cult di Nick Hornby

alta fedeltà
Un romanzo e una serie tv che esplorano i sentimenti, le relazioni e la musica con ironia e profondità: perfetti per i nostalgici!

La mia proposta per questo venerdì è un romanzo che quest’anno celebra i trent’anni dalla sua uscita. Si tratta di Alta fedeltà di Nick Hornby (pubblicato in Italia da Guanda nel 1996). Sullo sfondo di una Londra anni ’90, seguiamo la vita di Rob Fleming raccontata in prima persona. Trentasei anni, proprietario del Championship Vynil, un negozio di dischi dove trascorre gran parte della sua giornata circondato dalla musica e dai suoi due collaboratori, Dick e Barry.

La rottura con Laura, la sua fidanzata, lo trascina in una profonda crisi e, attraverso una serie di considerazioni sulla sua vita, cerca di dare un senso alla sua esistenza. Partendo da «le cinque più memorabili fregature di tutti i tempi, in ordine cronologico» (ovvero dalle sue più grandi delusioni sentimentali) scaturiscono riflessioni che alle volte sono complesse e altre volte appaiono decisamente confuse. Emerge, comunque, il lato vulnerabile di un uomo che, nonostante il suo atteggiamento cinico, sta cercando di fare i conti con la propria crescita personale.

alta fedeltàTop five dopo top five, album dopo album, per i tre ragazzi dello Championship Vynil, la musica diviene protagonista. I gusti musicali divengono un parametro per giudicare la propria vita e quella altrui, per capire davvero chi si ha davanti. Con quella tendenza, tipica della cultura pop, di etichettare e classificare ogni cosa che, in questo caso, arriva a toccare temi universali come l’amore, la paura del cambiamento, la sofferenza e la nostalgia.

Nick Hornby ha uno stile brillante e tagliente, con una scrittura che riesce a essere divertente e, al contempo, profondamente umana. Grazie all’ironia, riesce a delineare Rob come personaggio imperfetto (l’aspetto che maggiormente mi ha colpito), egocentrico e spesso insicuro. Tutto ciò lo rende incredibilmente realistico, ci fa sorridere e arrabbiare allo stesso tempo.

Mi ha conquistato la capacità dell’autore di portarmi tra i pensieri del protagonista e di ascoltare la sua voce, in una vita con un unico punto fermo: la musica! Durante la prima lettura (che risale ormai ai primi anni duemila), ricordo di aver preso appunti, comprato album, scoperto gruppi e musicisti che non conoscevo. Anche per questo sono molto legata a questo libro.

In accoppiata con il romanzo di Nick Hornby vi propongo la serie televisiva statunitense che ne è stata tratta nel 2020: High Fidelity. Trasmessa inizialmente sulla piattaforma Hulu, qui in Italia è disponibile in streaming su Disney+. Un’unica stagione composta da dieci episodi, perché è stata cancellata scatenando il dispiacere di chi, come me, l’aveva molto amata.

Ambientato a Brooklyn, e non più a Londra, la protagonista femminile, dal nome Robyn Brooks, è interpretata da Zoë Kravitz. Una piccola curiosità: si tratta della figlia del cantante Lenny Kravitz e dell’attrice Lisa Bonet. Proprio quest’ultima faceva parte del cast della versione cinematografica (del 2000) di High Fidelity.

Anche la Rob della serie tv vive seguendo un ritmo scandito dai dischi in vinile che ascolta, mentre cerca di riprendersi dalla rottura con Russell “Mac” McCormack (interpretato da Kingsley Ben-Adir) e crea playlist usando Spotify. Nonostante le differenze, si respira la stessa aria nostalgica, grazie all’atmosfera malinconica newyorkese, e lo stesso legame viscerale con la musica, rimanendo molto fedele all’opera originale.

La colonna sonora è ricchissima e spazia molto tra i generi proponendo grandi classici ma anche brani più recenti: dai Beastie Boys a David Bowie, passando anche per Lula Côrtes e gli Outkast. Il mio cuore ha saltato un battito quando, alla fine di un episodio è partita Pink Moon di Nick Drake. Buona visione e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: fotografia una scena della serie tv (da allonsanfan.it)

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