Le magnifiche diciotto: Grazia Deledda voce della Sardegna e Premio Nobel

Grazia Deledda - le magnifiche diciotto
Dalla Sardegna a Stoccolma: un’autodidatta rivoluziona la letteratura. Passioni, sfide e gossip di un Nobel controcorrente.

In un’epoca in cui le donne avevano un ruolo marginale nella società e nella cultura, Grazia Deledda, autodidatta e proveniente da una regione periferica, è riuscita a imporsi come scrittrice di successo.

Grazia Maria Cosima Damiana Deledda nasce a Nuoro il 28 settembre 1871. La sua famiglia era benestante. Il padre era un imprenditore che nutriva interessi per la letteratura. Pur avendo frequentato la scuola elementare solo per quattro anni, Deledda prosegue gli studi in casa e sviluppa una solida formazione da autodidatta. Il suo talento viene incoraggiato e, all’età di tredici anni, pubblica il suo primo racconto. Inizia così una collaborazione con diverse riviste sarde e romane.

Un punto di svolta nella sua vita è il matrimonio con Palmiro Madesani, un funzionario del Ministero delle Finanze che ammira il talento e l’energia della moglie. Madesani lascia il lavoro per diventare suo agente letterario a tutti gli effetti. Insieme, nel 1900, si trasferiscono a Roma. Qui Deledda raggiunge il successo letterario con la pubblicazione di Elias Portolu nel 1903. Questo romanzo la consacra come scrittrice di primo piano nel panorama italiano. Il loro fu un rapporto paritario, fatto di collaborazione e sostegno reciproco.

Un Nobel controcorrente

Nel 1927, Grazia Deledda riceve il premio Nobel per la letteratura, vincendo la competizione con Matilde Serao. Un riconoscimento meritato «per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi.» È la prima donna italiana a ricevere questo prestigioso premio.

Il Nobel di Grazia Deledda è stato “controcorrente” perché ha premiato una scrittrice che si era affermata al di fuori dei circuiti culturali dominanti. Una donna che seppe superare pregiudizi e convenzioni sociali, portando alla ribalta una voce originale e innovativa.

Temi e stile

Ma quali sono i temi che hanno reso Grazia Deledda così speciale? Le sue opere sono profondamente radicate nella vita rurale e nelle tradizioni della Sardegna. Nei suoi romanzi esplora le sfide morali e sociali dei suoi personaggi, spesso intrappolati tra un destino avverso e il desiderio di libertà. Passioni, debolezze umane e dilemmi morali emergono in trame ambientate in una Sardegna selvaggia e arcaica.

Lo stile di Deledda è caratterizzato da descrizioni vivide e realistiche della sua terra, ma anche da toni fiabeschi ed elementi autobiografici. La sua scrittura risente dell’influenza della letteratura russa, in particolare di Tolstoj. Proprio questa capacità di assorbire influenze europee rende difficile collocare Deledda in una precisa corrente letteraria.

le magnifiche diciotto
Le magnifiche diciotto Nobel per la letteratura

Curiosità

Luigi Pirandello non nascose mai la sua avversione per Grazia Deledda, tanto da ispirarsi a lei e al marito per la composizione del romanzo Suo marito. Questo romanzo fu rifiutato dall’editore Treves per non inimicarsi la scrittrice. Alle soglie del XX secolo, quando le donne non potevano certo vantare una carriera, il fatto che questa diventasse addirittura più importante di quella di un uomo dovette destare molto stupore. Così Pirandello reagì con sarcasmo, mettendo in ridicolo Madesani. Per inciso anche lo scrittore vinse il Nobel per la letteratura, ma nel 1934, sette anni dopo Deledda.

Suo marito è la storia di Giustino Boggiolo, un impiegato che sposa la scrittrice Silvia Roncella. Quando Silvia diventa famosa, Giustino si trasforma in un abile manager, gestendo la sua carriera. Tuttavia, questa attività lo espone al ridicolo dei colleghi e all’allontanamento della moglie, che lo lascia per un altro scrittore. La storia si conclude con la tristezza di entrambi.

Grazia Deledda, ritenendo che il personaggio di Silvia Roncella fosse ispirato a lei, reagisce con rabbia, bloccando la riedizione del romanzo. Inoltre, nel 1934, si oppose alla candidatura di Pirandello al Nobel. Temeva che il pubblico interpretasse il romanzo in modo malizioso.
Per approfondire la questione tra Deledda e Pirandello cliccate QUI. Non è solo gossip, ci aiuta a conoscere meglio due importanti figure del nostro panorama letterario.

Morte e eredità

La scrittrice muore a Roma nel 1936, a causa di un tumore, lasciando un’eredità letteraria di grande valore. Opere come Canne al vento e Elias Portolu rimangono pietre miliari nella sua produzione. Canne al vento, in particolare, analizza i mutamenti della modernità in una società patriarcale, mentre Elias Portolu narra la storia di una famiglia di allevatori sardi.

Grazia Deledda non è solo una scrittrice di talento, ma anche una figura che ha saputo portare la voce della Sardegna nel panorama letterario internazionale, superando disparità di genere e contribuendo a una maggiore inclusione nel mondo della letteratura.

Cinzia Inguanta

Foto in alto: Grazia Deledda

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Solve : *
14 + 22 =