Nella sua prima silloge poetica Mina Gechi pone l’accento non solo sulle proprie emozioni, ma anche su tutto quello che c’è intorno.
Nel 2024 Eretica edizioni pubblica Eccentrica, silloge poetica e opera prima di Mina Gechi.
Per mezzo dei suoi versi, la poeta compie un viaggio dentro le proprie esperienze, tra presente e passato, immergendosi nelle singole emozioni. Chi legge viene trasportato in ognuna di quelle esperienze, talvolta trovando in esse un vissuto conosciuto, riconoscendosi in quel sentimento raccontato ma percependolo come proprio. Oltre alle poesie in colloquio con sé, Mina Gechi prova a immaginare anche la storia di donne che non sono lei. Così si cala nei panni di Eva e di Giulietta, per esempio, ci parla della famiglia Lavoisier e abbraccia affetti a lei cari. Forte risuona il dolore per una pagina triste e crudele della storia moderna, così come l’inno alla saggezza e alla bellezza della natura.
Personalmente ho apprezzato molto i componimenti più intimi, privati, e in alcuni mi sono ritrovata completamente. È questa la forza della poesia: ti parla di te senza conoscerti e, poiché sai che non ti conosce, doppiamente lascia dentro la traccia di un inaspettato sentire comune.
Se incontrassi me bambina
Se incontrassi la bambina che ero
le leggerei il futuro negli occhi
e chiederei se davvero ha il coraggio
senza avere una risposta.
Scanserei i rovi al suo passaggio
e le farei regali che pensa di non meritare.
Se incontrassi la bambina che ero
li ascolterei attentamente i suoi silenzi
e intreccerei le sue mani con le mie
lasciando sciolti i capelli;
la spingerei sull’altalena,
le darei una torcia per illuminare
gli animi non meritevoli del suo tempo
e un cuore di sassolino per voltar loro le spalle.
Se incontrassi la bambina che ero
mi insegnerebbe come si diventa grandi sotto un tetto che ti schiaccia,
soffrirei per la memoria che ha vuota
a lasciarla disarmata
per poi accorgermi
che da lì
germoglia la sua forza.
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Mina Gechi autoscatto
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