La storia di una giovane donna che, seguendo il suo amore per gli animali e per la terra, ha avviato un’azienda agricola a Talla.
Dal quinto numero de L’Altro Femminile, donne oltre il consueto, scarica il PDF della rivista o sfogliala online.
Da qualche anno vivo in Casentino dove i tempi di spostamento in auto a volte sono più lunghi perché è molto facile incrociare trattori. Un giorno vidi che alla guida di un enorme cingolato c’era una ragazza e la guardai con stupore e meraviglia. Quella ragazza è un’imprenditrice agricola ed è sua la storia che voglio raccontare.
Elisa Croci è una ragazza dolcissima di ventotto anni, tranquilla e sorridente che ha da sempre mostrato una grande passione per mucche e vitelli. Quando era piccola ogni domenica tutta la famiglia andava a pranzo dal nonno ed Elisa ne era molto felice perché lì vicino c’era il suo posto preferito: la stalla con due bellissime mucche. Finito di mangiare correva dalle sue compagne di gioco, le osservava, le imitava, le spazzolava, parlava con loro.
Vicino a casa la famiglia di Elisa aveva dei campi, il babbo lavorava in Comune e nel tempo libero si occupava dell’orto, insieme alla moglie. Quando dieci anni fa pensò di comprare degli animali chiese ai figli di scegliere tra mucche e cavalli. Com’è facile immaginare acquistarono due vitellini, un maschio e una femmina.
Elisa iniziò a maturare l’idea di trasformare la sua passione in lavoro già negli anni in cui frequentava a Poppi la scuola per segretarie d’azienda. Studiava, aiutava i suoi nella stalla e appena presa la patente si mise alla guida dei trattori di casa. Sentiva che quello era il lavoro che avrebbe voluto fare da grande e iniziò a pensare a un’azienda agricola. Non le fu difficile coinvolgere Marco, il fratello più giovane di tre anni, appassionato di moto e trattori. E quando anche lui finì la scuola il progetto divenne realtà.
Nel novembre 2017 nacque Il Memmo di Casellini, la società agricola che vende carni bovine, ovine, suine e patate di cui i due fratelli sono soci e i genitori collaboratori familiari. Il Memmo che dà il nome all’azienda è il nome del babbo che ha trasmesso loro l’amore e la passione per la terra e gli animali.
Attualmente in azienda ci sono tre mucche, dieci vitelli, dieci maiali e dieci pecore Suffolk, una razza originaria della Scozia e del Galles che produce ottima carne. Sono grandi e piuttosto buffe: il vello è bianco, ma la testa e gli arti sono neri e nudi.
L’azienda oggi ha sei campi. Alcuni coltivati a orzo, grano, granturco, fave e triticale, altri invece a fieno, sorgo ed erba medica che vengono utilizzati per il foraggio. Cereali e foraggio servono per la vendita e per nutrire gli animali. L’attenzione per il biologico di Elisa e Marco è evidente e imprescindibile: i concimi chimici sono banditi.
Ma non solo. Gli animali mangiano esclusivamente alimenti prodotti da loro, non ne conoscono altri. Per la coltura delle patate viene utilizzato il cosiddetto concio (così viene chiamato in zona il letame) dei loro animali. Questa scelta, alle volte, può penalizzare la quantità del raccolto, ma la qualità per l’azienda è il requisito più importante. La coltivazione dei cereali prevede coltratura, fresatura, semina e irrigazione quando serve. Successivamente, mietitura e raccolta della paglia. Il foraggio viene mietuto, ranghinato e raccolto in rotoballe. Per alcuni cereali Elisa e Marco utilizzano un sistema a manichetta che permette di risparmiare sull’uso dell’acqua per l’irrigazione. Si tratta di una particolare attrezzatura che comporta costi più elevati, ma che denota e conferma la loro attenzione al rispetto per l’ambiente.
L’azienda ha avviato anche delle collaborazioni per conto terzi. Comune e Provincia hanno affidato loro l’incarico per la spalatura della neve e lo spargimento del sale. Con gli allerta meteo sono tenuti a garantire la reperibilità per rispondere prontamente alle chiamate che possono arrivare a qualunque ora del giorno e della notte. Anche la coltura delle barbabietole da zucchero, che è molto impegnativa, viene fatta per un’azienda esterna.
I lavori sono equamente divisi tra i fratelli, come pure le domeniche di riposo, le ferie e le giornate di festa perché la terra e gli animali hanno bisogno di cura ogni giorno e orari e tempi vengono scanditi dalle stagioni e in estate accade spesso di lavorare tutti i giorni, saltando anche i riposi.
Da circa due anni Elisa è andata a convivere con Simone, il suo compagno, e quando l’ho incontrata era quasi al termine della sua prima gravidanza. Le ho chiesto di raccontarmi come si svolge solitamente la sua giornata. «La sveglia suona presto, alle 6:00. Mentre io apro le finestre e rifaccio il letto, Simone prepara la colazione. È un momento per noi molto importante perché spesso ci rivediamo la sera alle 19:30 e d’estate, quando le giornate si allungano, anche più tardi. Il lavoro inizia alle 7:30 con la pulizia e l’impagliatura della stalla. Se ci sono i vitellini si aiutano a poppare. Durante l’estate si portano fuori gli animali, d’inverno solo se è una bella giornata. I vitellini restano sempre nelle stalle. Da quando abbiamo le pecore abbiamo messo dei recinti intorno a casa perché da qualche anno sono arrivati i lupi. Poi ci si occupa dei campi dove solitamente pranziamo.
Verso sera riportiamo gli animali al coperto. Mi occupo anche della macellazione degli animali che vendiamo nel nostro punto vendita aperto due volte al mese o su prenotazione. La semina si fa tra ottobre e novembre mentre aprile è il mese in cui iniziamo il lavoro con le barbabietole. Per sostenere le piantine delle barbabietole mettiamo fili e tondini, che togliamo prima della raccolta che viene fatta in agosto nelle ore notturne perché c’è bisogno della rugiada che le rinfresca. A maggio il lavoro si intensifica anche perché l’irrigazione dei campi, diversa per ogni coltura, porta via parecchio tempo. Seguo anche una parte meno appassionante e piacevole ma necessaria, quella burocratica legata, per esempio, ai permessi per la neve, per l’attingimento dell’acqua. Per stipendi e altre questioni ho chiesto la consulenza a un Patronato, anche perché le normative sono in continuo cambiamento.»
Che tipo di formazione ha avuto Elisa?
«Sicuramente la formazione più importante è stata l’esperienza, l’insegnamento del babbo, anche gli errori che ho fatto e che mi capiterà di fare. Ho seguito dei corsi, ma c’è una notevole differenza tra quello che viene insegnato e la pratica. Periodicamente frequentiamo dei corsi obbligatori per rinnovare il patentino per l’utilizzo di macchinari agricoli. E poi faccio tesoro dei consigli di chi ha più esperienza di me.»
Come riesce a conciliare una giornata fuori casa con i lavori domestici?
«Non è stato facile all’inizio, ma poi mi sono organizzata. In cucina ci alterniamo. Le pulizie le faccio la domenica in cui non lavoro. A metà settimana faccio la lavatrice delle cose di casa, il sabato invece quella con i nostri abiti da lavoro.»
Ha tempo per qualche cinema, per trovarsi con gli amici?
«Il cinema molto poco, soprattutto dopo il Covid. Preferiamo trovarci con gli amici, soprattutto per mangiare insieme. Amo cucinare. Dalla mamma ho imparato a fare la pasta fatta in casa e mi piace prendermi il tempo per farla fresca. I ravioli sono i miei preferiti! Poi ci sono degli appuntamenti che non perdiamo, tipo le fiere agricole di Bologna o Agriumbria. Sono molto interessanti per vedere nuove metodologie, nuovi macchinari, trattori, attrezzature e soprattutto per essere informati e confrontare i prezzi. Conoscere gli andamenti dei prezzi ci permette di programmare eventuali nuovi acquisti. Quando abbiamo iniziato l’attività alcune attrezzature c’erano già, ma è stato necessario comprarne di nuove. Per fortuna i primi tre anni abbiamo potuto godere di contributi. Per l’inaugurazione dell’azienda abbiamo preparato delle magliette da regalare agli amici con due scritte ideate da Nicla, la ragazza di Marco, e la sorella. Una, più evocativa, ha messo l’accento sul valore del nostro lavoro: La terra è bassa tu portala in alto. L’altra, #ladittanonsiferma, si è rivelata un’intuizione perfetta durante il lockdown. Ed è ormai diventata la nostra firma.»
Che bilancio farebbe di questi anni?
«I sacrifici ci sono. Ci si alza presto, si va a letto tardi. Le ferie non possono essere più lunghe di una settimana all’anno. E non si guadagna moltissimo. Lo stipendio è variabile, si basa sul nostro fatturato e sulla certificazione Isee. I prezzi sono aumentati e quando si rompe un attrezzo va ricomprato. Ma questo lavoro mi piace molto, mi dà tanta soddisfazione. Non ho mai avuto rimpianti. Certo qualche volta mi piacerebbe avere un po’ più di tempo per me e Simone. Quando arriverà Matteo, questo è il nome che abbiamo scelto per il nostro bambino, dovremo pensare a una riorganizzazione. Ma siamo certi che anche lui si divertirà un giorno sul trattore!»
Che normative ci sono rispetto alla tutela della maternità per chi lavora in agricoltura?
«Le normative, per fortuna, da ottobre 2022 sono cambiate: prima erano solo due i mesi dopo la nascita di un figlio retribuiti all’80% della paga degli agricoltori. Ora sono cinque.»
Ma Elisa sa bene che non resisterà molto tempo lontana dai suoi animali e si è già dotata di un marsupio per i primi mesi. Se sarà necessario lavorare sul trattore potrà contare sull’aiuto di mamma Paola almeno per tutto il primo anno. Poi iscriveranno il piccolo al nido. La capacità organizzativa è un requisito che non manca a questa giovane imprenditrice agricola con le idee molto chiare, una grande passione e un sorriso contagioso.
Elisa è diventata mamma di Matteo il 25 marzo 2023.
Serena Betti
Foto in alto: Elisa Croci
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