Secondo appuntamento con la poeta ligure, laureata in giurisprudenza, che da sempre coltiva la sua grande passione per la scrittura.
Gli scritti di Anna Spissu, nata a Chiavari, sono presenti in molte antologie e riviste. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo storico Il pirata e il condottiero, storia dell’eternità del Male raccontata attraverso le vicende del pirata Dragut e dell’Ammiraglio imperiale Andrea Doria (Corbaccio editore), vincitore nello stesso anno del Premio Tular. Nel 2013 ha pubblicato anche Lowelly il Mago, un fantasy sulla forza inarrestabile del Desiderio, ((Betelgeuse editore.). Ha organizzato eventi culturali e letterari, tra i quali la riscrittura della storia wagneriana di Tristano e Isotta per gli Amici del Loggione del Teatro alla Scala di Milano e, nel 2013, un omaggio ad Alda Merini e la musica dal titolo La poesia… è un violino d’amore.
Ma come abbiamo scritto la settimana scorsa, Spissu predilige la poesia e ha pubblicato diverse raccolte. Cataloghi marini, edito da Temperino Rosso, è uscito proprio quest’anno. Serena Rossi, redattrice della rivista culturale online Il pensiero mediterraneo, nella sua recensione ha scritto: «Con semplicità e chiarezza Anna Spissu parla diretta al cuore, non ha mezze misure. Il verso è libero, la parola scorre scarna ben calibrata. Usa toni minori senza catastrofi e ti coinvolge ad ogni parola, ti identifica con i ricci marini e con le patelle, con le seppie e con i sassi, lei è lì che ti accoglie e riflette e sorride, si immerge e riemerge nel e dal suo mondo acquatico. La sua vera matrice. È un libretto lieve che come creatura marina va lasciato sul comodino e riletto a più riprese ad ogni ripasso di ogni onda.»
Per La poesia nel dì di domenica, accompagnata dal video curato da Debora Menichetti, proponiamo Se d’improvviso avessi due cuori.
Serena Betti
Foto in alto: Anna Spissu elaborazione grafica di Debora Menichetti
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Se d’improvviso avessi due cuori
Se d’improvviso avessi due cuori
saprei certamente cosa farne.
Considerando che l’uno
ha diversi punti di sutura
che gli scossoni sono stati tanti
che è perfino caduto più volte
in un polveroso dirupo
e che a volte mi fanno male le cicatrici
perché anche il dolore
ha i suoi anniversari
mi piacerebbe tenere l’ altro
tutto nuovo e indenne
pronto soltanto all’uso raro
della meraviglia e dell’ amore
come una volta si teneva nell’ armadio
il vestito buono per la festa.
Mi colpisce sempre però
il posto dove tornano i migratori
quel vecchio nido
che ha passato l’ inverno
e penso in fondo
non si può amare altro
che la bellezza delle cicatrici
quel fatto che contengono insieme
dolore e speranza.