Vita in campagna. Appunti di viaggio di una cittadina in trasferta #6

Autunno-Vita in campagna-Cavolo cappuccio
Il calendario ci ha avvisati che è arrivato l’autunno, ma gli alberi, le piante e gli insetti non se ne sono ancora accorti… e forse nemmeno noi.

Anche oggi una giornata di sole caldo, molto caldo. Siamo a 450 metri di altezza e la temperatura non ha nulla dell’autunno. E neppure la natura qui intorno. Molti alberi e piante hanno iniziato a ingiallire già da un po’, ma il giallo è diverso, piatto… rinsecchito. Nulla a che vedere con i gialli dell’autunno ricchi di sfumature e dolcezza. E la tristezza mi assale, lo confesso.

Vivere in campagna mi ha fatto entrare in empatia con tutto ciò che mi circonda, a vivere in una dimensione più intensa e reale. Era quello che desideravo, stanca di luci, vetrine, rumori, smog. È stato subito amore. Mi sono totalmente immersa nei colori, negli odori, nei rumori di cui è pieno il silenzio. E mi sono lasciata andare nell’abbraccio immenso e avvolgente che la natura riesce a darti. Tutte cose che avevo sognato e sperato. Quello che non avevo messo in conto era che avrei anche ‘sentito’ e provato quello che gli alberi, le piante, l’erba sentono e vivono.

In città la pioggia è un contrattempo che rallenta il traffico, impone di prendere l’ombrello e stare attenti agli spruzzi delle auto che sfrecciano sulle strade. Qui la pioggia è nutrimento. E vita. Gli alberi hanno foglie accartocciate, pendule, sofferenti e agonizzanti. Non riescono neppure a staccarsi dal ramo per porre fine a questo tormento.

Autunno-Vita-in-campagna-ciclamini selvatici
Vita in campagna, autunno, ciclamini selvatici – Foto di Serena Betti

Consultiamo spesso il meteo con la speranza di qualche temporale e ogni tanto vedere la nuvoletta con le goccioline ci fa sognare, ma il sogno dura solo il tempo di guardare come tirerà il vento. Se, come spesso accade, leggiamo NE, significa che arriva da nord est e l’illusione svanisce all’stante. La tramontana è un vento del nord molto freddo, secco e potente che tiene lontana la pioggia, purtroppo. Certi giorni raccolgo vasi grossi e pieni di terra che il vento rovescia come fossero fogli di carta, ma le giornate di tramontana sono bellissime con un cielo limpido e profumi che arrivano da lontano. E le foglie sugli alberi possono lasciarsi portare via.

Un anno fa pensavo al cambio di guardaroba, quest’anno… raccolgo i prodotti estivi dall’orto. Ebbene sì, le piante di peperoni friggitelli, melanzane e zucchini, che hanno praticamente dormito tutta l’estate, si sono improvvisamente risvegliate e così molto del mio tempo è dedicato alla cucina o alla preparazione per il congelamento. E sono riuscita a provare un nuovo esperimento.

Tutte noi abbiamo un’amica che cucina benissimo, non sbaglia una ricetta e un suo invito a cena ci riempie di gioia, non solo per il tempo assai piacevole e sereno che trascorriamo insieme. Chiara, la mia amica, oltre a cucinare stratosfericamente bene, fa vasetti di olive, carciofini e cipolline che una volta aperti non vanno in frigo perché finiscono subito. Ho provato a farmi dare le ricette, ma erano sempre troppo complicate per me.

Autunno-Vita in campagna- Barbabietole rosse
Vita in campagna, autunno, barbabietole rosse – Foto di serena Betti

La sua marmellata di peperoni, però, se è riuscita a me può riuscire a chiunque: in una pentola ho messo un chilo di peperoni ben puliti, mezzo chilo di zucchero, un cucchiaino di sale e un bicchiere scarso di aceto. Li ho lasciati sul fuoco finché si sono ammorbiditi e hanno iniziato ad addensarsi, poi ho frullato tutto lasciando un po’ di pezzettini. Il risultato ha influito notevolmente sul consumo medio del pecorino che compriamo al caseificio in paese.

Nell’orto abbiamo raccolto zucche e meloni tardivi, non nella quantità che avevamo sperato, ma sono fiduciosa che le piante che abbiamo lasciato riusciranno ancora a sorprenderci. Le piante di pomodori, soprattutto i datterini, sono ancora molto generose. Avremmo anche molti pomodori da sugo, ma le cimici, di cui è infestata tutta la vallata, arrivano prima di noi rendendoli inutilizzabili.

Il silenzio in questi giorni è spesso interrotto dal rumore di un “elicotterino” di colore verde o marrone. Penso che le zanzariere alle finestre non le toglieremo: queste cimici hanno iniziato a imperversare l’autunno scorso, sono rimaste tutto l’inverno, si sono ben nutrite quest’estate e a quanto pare non hanno nessuna intenzione di cambiare aria.

Autunno-Vita in campagna-ipomea
Vita in campagna, autunno, ipomea – Foto di serena Betti

Ma torniamo all’orto e ai bei momenti che ci regala. Abbiamo interrato le piantine di verdure per l’inverno: ogni tipo di crucifera (cavolo, cavolfiore, cappuccio bianco e rosso, verza, romano, broccoli, cavolini di Bruxelles), finocchi, radicchi e insalate invernali. E abbiamo seminato le pulezze, dette anche rapi, che tradotto dal casentinese all’italiano sono le cime di rapa che rappresentano uno dei piatti più frequenti sulla nostra tavola in inverno.

L’autunno comunque sta arrivando, anche se piuttosto in ritardo. Qualche sera fa ho udito l’inconfondibile richiamo dell’allocco, il rapace notturno che arriva con le prime notti più fredde e ci farà compagnia fino a marzo.

Ottobre è anche il mese della festa dei nonni e ricordo che da piccina il nonno mi aveva insegnato delle litanie da recitare quando volevo che si realizzasse un desiderio. Così ho sfogliato un libro, che ho messo da parte per la mia nipotina Ada, e ho trovato una filastrocca che mi sembra perfetta: da questa sera, prima di addormentarmi reciterò La pioggia di Roberto Piumini… prima o poi, magari, il tempo cambierà.

No, non è una sola goccia,
sono tante, sono pioggia:
scende sciolta, lava, bagna,
dà da bere a ogni campagna,
riempie buchi nelle strade,
fruscia fresca mentre cade,
fa la doccia al mondo secco,
dà una goccia ad ogni becco.

Serena Betti

In alto: Vita in campagna, autunno Foto di Serena Betti

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