Un romanzo uscito in contemporanea nelle librerie di tutta Europa: primo caso per una scrittrice esordiente come Beatrice Salvioni.
La malnata è il romanzo d’esordio di Beatrice Salvioni, edito da Einaudi (2023). Il titolo del libro riprende l’appellativo denigratorio che in paese è stato affibbiato a una ragazzina vivace e indipendente.
Un comportamento appena al di fuori dalle regole stabilite sarebbe sufficiente per venire additati, ma lei va ben oltre tutto questo. Scorrazza per le strade polverose e sulla riva del Lambro con i suoi coetanei maschi ed è la prima fra loro a lanciarsi in imprese impossibili e sfide pericolose.
Francesca, che ha quasi la sua stessa età, proviene invece da una famiglia che la mantiene rigidamente sui binari di un comportamento adeguato per una signorina. La domenica, andando a messa con l’abito della festa, lei guarda la coetanea con un misto di ammirazione e paura, e con un forte desiderio di avvicinarla per conoscere quel mondo a lei estraneo.
Tutto questo si svolge nel ventennio fascista, quando una diceria poteva velocemente trasformarsi in un’ipotesi di crimine che a sua volta generava una punizione a prescindere dalla validità delle accuse.
La malnata è una storia di ragazzini inserita in un contesto storico che non lascia spazio all’innocenza di quell’età. I personaggi sono tratteggiati con intensità e le immagini sono vivide come potrebbero esserlo in una riproduzione cinematografica. Eppure manca sempre qualcosa; è come se per tutto il libro si aspettasse qualcosa che non arriva mai, nemmeno con il finale che non delude le aspettative.
Forse era proprio questo l’intento di Beatrice Salvioni, o forse è solamente la risultante di un periodo storico in cui la follia ha annullato il senso di ogni cosa, dagli eventi macroscopici che studiamo a scuola fino alla quotidianità di ogni persona che ha avuto la sfortuna di attraversarlo nella propria vita. Come un male capillare che si è insinuato in ogni fessura togliendo ossigeno a tutto ciò che c’è di buono al mondo.
Si ha l’impressione che questo libro sia nato sulla scia di Accabadora di Michela Murgia, L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio, Oliva Denaro di Viola Ardone: testi con un’idea nuova dei personaggi femminili che raccontano donne reali, lontane dagli stereotipi della narrazione del passato.
Erna Corsi
Foto in alto: volkskrant.nl
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