Poche ore di buio, su un tratto autostradale poco frequentato per l’ora tarda ma mai così deserto come ci si aspetterebbe di notte.
Paola Barbato, già autrice di testi per il famoso fumetto bonelliano Dylan Dog (Sergio Bonelli Editore), è fra le regine italiane del thriller. Il suo romanzo La cattiva strada, edito da Piemme nel 2022, lascia con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Come una corsa in auto verso la salvezza non concede un momento di tregua.
Giosciua Gambelli, scritto proprio come si pronuncia per volere del padre, è un ragazzone che ha ormai passato i trent’anni ma con nessuna voglia di crescere. Senza particolari interessi si applica poco o niente in ogni cosa che fa, perdendo un lavoro dopo l’altro più per noncuranza che per reale inettitudine. Finisce così a fare il corriere, rigorosamente in nero, per qualcuno che lo contatta, gli affida un pacco e poi sparisce.
Le consegne vanno fatte solo di notte, senza fare domande. E lui non ne fa, in questo è davvero bravo. Tutto fila liscio fino a quando, per un’emergenza, è costretto ad aprire il pacco che sta trasportando.
Da quel momento tutto precipita. Il suo maldestro tentativo di rimettere tutto a posto genera una serie di eventi a catena che lo costringono a correre – scappare – cercando salvezza per sé e per chi ha involontariamente coinvolto in una faccenda che va oltre la sua comprensione.
«Sei finito in una cosa troppo grossa e troppo brutta per te, fratello, ma adesso la facciamo passare.»
La magia di Paola Barbato è quella di farci indossare i panni di Giosciua, portandoci a ragionare come lui, approvando le sue scelte senza porsi ulteriori domande, facendo il tifo per ogni pazzia giustificata dalle circostanze. Tutta la vicenda si svolge in poche ore di buio, su un tratto dell’autostrada poco frequentato per l’ora tarda, ma mai così deserto come ci si aspetterebbe di notte.
La cattiva strada è quella che tutti, un giorno, potremmo imboccare con troppa leggerezza, con la stessa incoscienza che ha portato Giosciua su quella che potrebbe essere forse una via senza uscita.
Erna Corsi
Foto in alto: particolare della copertina, da edizpiemme.it
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