Prima programmatrice della storia, a lei il merito di aver sviluppato il primo software. Capì che le potenzialità di elaborazione dei computer avrebbero trasceso il campo dei numeri.
Ada Lovelace (Londra, 10 dicembre 1815 –27 novembre 1852), matematica britannica, è la sola figlia legittima del poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke, e fu proprio la madre a indirizzare i suoi interessi verso le scienze matematiche. Ada Lovelace era una vera intellettuale visionaria che ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo dei moderni computer digitali.
I suoi studi furono importanti per il progresso informatico. Lovelace è nota soprattutto per il suo lavoro alla macchina analitica ideata da Charles Babbage; inoltre, tra i suoi appunti si rintraccia anche un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, considerato il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina. Ada Lovelace è ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo; sua è infatti la previsione sulla capacità dei computer di andare oltre il mero calcolo numerico, elaborando qualunque tipo di informazione: dalle parole, alle immagini, alla musica. Intuizione veritiera quanto geniale, anche se solo a distanza di un secolo le sue visioni sarebbero state pienamente realizzate.
I suoi scritti, fra cui la corrispondenza con Babbage, non sono ancora stati pubblicati integralmente e sono dispersi in tre diversi fondi. Nel 1979, il suo nome è stato dato a un linguaggio di programmazione commissionato dal Pentagono per sostituire gli oltre quattrocento idiomi diversi in uso nella gestione di banche dati e sistemi d’arma, e nel 1991, allo Science Museum di Londra, viene costruita per la prima volta l’intera macchina di Babbage.
Debora Menichetti
Immagine in alto: elaborazione grafica di un ritratto di Ada Lovelace