Cuore nero è un racconto che graffia e digrigna i denti per farsi ascoltare

Silvia Avallone ha vinto il Premio Elsa Morante: la premiazione avverrà il prossimo 15 maggio all’Auditorium della Rai di Napoli.

Il nuovo romanzo di Silvia Avallone è potente e doloroso come un dardo che trafigge la carne ma è anche la cura per quella ferita che sembra impossibile da rimarginare. Edito da Rizzoli Cuore nero è in libreria solo da pochi mesi (2024). La colpa è il filo conduttore della trama e il tema viene affrontato con una lucidità quasi impossibile da immaginare, perché sentirsi in colpa o esserlo veramente sono due condizioni profondamente differenti ma che hanno lo stesso decorso. 

Emilia, la protagonista, viene descritta come una ragazza sbagliata che diventa una donna incompleta ma che lo è in un modo meravigliosamente suo. Quanto sono forti i demoni che nell’adolescenza ci maltrattano fino a renderci nudi e folli davanti a quella vita che ci sembra impossibile da imbrigliare? Quanti di noi possono dire di esserne usciti indenni?

Quando Emilia incontra Bruno la comune ritrosia a parlare del rispettivo passato li unisce come non avrebbero mai immaginato. Lei è una ragazzina bloccata nel corpo di una donna, lui un bambino invecchiato in un istante. Lo sperduto borgo di Sassaia, abbandonato dalla quasi totalità degli abitanti, sarà per loro come un Eden dove isolarsi dal resto del mondo. La vita però presto o tardi presenta il conto a tutti, anche a chi ha già pagato a sufficienza per i propri errori. Costretti entrambi a guardarsi indietro, dovranno trovare un modo per convivere con loro stessi, ognuno a suo modo.

«Siamo chiaroscuri. Buchi pieni di buio da cui escono, a volte, fortuiti tagli di luce. E tu sei buono, l’ho visto subito. Sei arrabbiato, asserragliato in te stesso come un intrico di spine, ma sei buono. A differenza mia.»

La colpa e il castigo, il fato e il libero arbitrio, la condanna e la salvezza: Avallone riesce nell’intento quasi impossibile di non risultare mai giudicante, portando chi legge Cuore nero a una comprensione profonda. Le motivazioni e il desiderio di rinascita di lei, il disincanto e la necessità di accettazione di lui riescono a dipingere un quadro esaustivo come un cerchio che si completa da sé.

«Ci sono buchi che non puoi riempire.
Che resteranno lì per sempre, neri e profondi.
Però, se vorrai, potrai costruirci una vita intorno. Come ricresce l’erba sul bordo dei crateri.»

Lo scorso 6 maggio il Premio Elsa Morante 2024 per la sezione narrativa è stato assegnato a Cuore nero dalla giuria presieduta da Dacia Maraini e composta da Marco Cerbo, Enzo Colimoro, Lino Guanciale, David Morante, Tiuna Notarbartolo, Antonio Parlati, Fiorenza Sarzanini e Teresa Triscari. Silvia Avallone lo ritirerà il prossimo 15 maggio all’Auditorium della Rai di Napoli dove avverrà la cerimonia di premiazione.

Erna Corsi

Foto in alto: Silvia Avallone – da iicbratislava.esteri.it

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