Originaria della Costa d’Avorio, l’artista realizza un eclettico mix di musica tradizionale e suoni dal mondo, senza barriere.
Il tour di Fatoumata Diawara farà tappa anche in Italia: il 6 luglio 2024 nel prestigioso Teatro Romano di Verona per Rumors Festival e il 18 dello stesso mese all’Arena Santa Giuliana di Perugia. È una splendida occasione per ascoltare dal vivo l’estro musicale di questa artista, regina delle contaminazioni.
Gli esordi
Nasce in Costa d’Avorio nel 1982 da genitori maliani, si interessa giovanissima alla recitazione e progetta di trasferirsi in Francia. La madre è una danzatrice e la introduce alla disciplina, inoltre impara a suonare la chitarra a soli 9 anni. Realizzerà il suo sogno di vivere in Europa dopo la partecipazione al film La Gènese di Cheick Oumar Sissoko nel 1997, anche se a caro prezzo.
Il destino
Fatoumata Diawara è una giovane donna caparbia e determinata a poter scegliere da sola. Nonostante i successi e i riconoscimenti a teatro e al cinema, la famiglia pretende il rispetto delle tradizioni. Il padre la costringe ad annunciare in diretta alla televisione maliana, che avrebbe abbandonato la sua carriera di attrice in favore del matrimonio. Tuttavia nel 2002 una grande compagnia teatrale francese la vuole per un tour mondiale, ma una donna non sposata in Mali è considerata minorenne e per accettare il lavoro occorre il permesso della famiglia, che non viene concesso. A questo punto Fatoumata prende in mano il suo destino e scappa all’aeroporto, sfuggendo per un pelo all’inseguimento della polizia, che era stata allertata per il rapimento della ragazza.
La musica
Con la compagnia gira il mondo, dal Messico al Vietnam e durante le pause intrattiene i colleghi con canti tradizionali e jazz. Scopre di avere un grande talento musicale e, tornata a Parigi, inizia ad esibirsi come cantante nei piccoli club. Il successo è immediato. Collabora come corista agli album di grandi cantanti maliani come Cheikh Tidiane Seck e Oumou Sangaré e li segue in tour. Al suo ritorno in Francia, interpreta il ruolo di Karaba nel popolare musical itinerante Kirikou e Karaba. Ispirata dall’amica Rokia Traoré, inizia a scrivere le sue canzoni e nel 2011 pubblica il primo EP di debutto Fatou. Nella sua musica il rispetto per le tradizioni e il richiamo alle radici si mescolano senza discontinuità con un messaggio culturale che guarda al futuro.
Le collaborazioni
In breve tempo Fatoumata Diawara incrocia alcune delle star più importanti: da Bobby Womack a Herbie Hancock, da Paul McCartney al cubano Roberto Fonseca. Con David Crosby e Snarky Puppy condivide il palco della Carnegie Hall in uno spettacolo di protest songs e ottiene uno straordinario successo. Damon Albarn, leader dei Blur e dei Gorillaz, è stregato dal suo talento e nel 2012 la vuole per i cori del suo progetto Rocket Juice and the Moon con Flea e Tony Allen. L’amicizia con Albarn si concretizza ancora nel 2020 in un brano dei Gorillaz Désolé in cui condividono le sezioni vocali del brano cantando in inglese, francese e bambara.
L’impegno civile
La sua carriera si caratterizza per la contaminazione e l’eclettismo, la sua è un’identità multiculturale che vive la musica come messaggera di pace. La sua attività non prescinde mai dalle sue radici e dall’impegno politico: partecipa alle campagne contro la moderna tratta degli schiavi che colpisce i migranti africani. Si occupa spesso di denunciare gli abusi del governo del Mali: la pratica dell’infibulazione, la discriminazione etnica e religiosa, l’assenza di libertà di espressione. London KO è il titolo dell’ultimo album e suggerisce la costruzione di un ideale ponte di fratellanza tra la metropoli inglese e Bamako, cioè tra Europa e Africa. Un inno alla ricchezza della diversità, all’importanza della condivisione con cuori e menti aperte, senza confini geografici.
Music
Sowa
Désolé
Nsera
Elena Castagnoli
Foto in alto: Fatoumata Diawara
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