La poesia nel dì di domenica: di nuovo insieme a Edith Bruck

Edith Bruck
Per cambiare il futuro, la poeta ungherese consiglia di rivedere i programmi scolastici: meno Medioevo e più storia contemporanea.

Nei primi giorni di luglio La Stampa ha intervistato Edith Bruck in merito alle dichiarazioni razziste e antisemite pronunciate da membri di Gioventù nazionale. La redazione di Orizzontiscuola.it. ha pubblicato alcune considerazioni e consigli della poeta, che da sempre porta la sua testimonianza della Shoah nelle scuole e negli atenei.

«La scrittrice evidenzia come l’antisemitismo sia un fenomeno in crescita, non solo in Italia ma in tutta Europa, e come spesso venga erroneamente associato alle proteste contro le azioni del governo israeliano nei confronti dei palestinesi. Nonostante i segnali preoccupanti di un ritorno al passato, Bruck non si arrende e continua il suo impegno di testimonianza nelle scuole, convinta che il dialogo e il confronto, anche con chi non la pensa come lei, siano l’unica strada per provare a cambiare le cose.

La scrittrice suggerisce di rivedere i programmi scolastici, dedicando più spazio alla storia del secolo scorso, e conclude con una nota di speranza, ricordando l’incontro con un professore che, da studente, aveva partecipato a un suo intervento, a dimostrazione che il suo impegno può davvero gettare semi per il futuro.»

Dopo Soli e Quel pensiero, ascoltiamo ancora le sue parole, così importanti per costruire un futuro di pace e solidarietà. I versi di Noi sono accompagnati, come sempre, dal video curato da Debora Menichetti.

Serena Betti

Foto in alto: Edith Bruck

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

Noi

Per noi sopravvissuti
è un miracolo ogni giorno
se amiamo, noi amiamo duro
come se la persona amata
potesse scomparire da un momento all’altro
e noi pure.

Per noi sopravvissuti
il cielo o è molto bello
o è molto brutto, le mezze misure
le sfumature
sono proibite.

Con noi sopravvissuti
bisogna andare cauti
perché un semplice sguardo storto
quello quotidiano
va ad aggiungersi ad altri tremendi
e ogni sofferenza
fa parte di una UNICA
che pulsa col nostro sangue.

Noi non siamo gente normale
noi siamo sopravvissuti
per gli altri
al posto di altri.
La vita che viviamo per ricordare
e ricordiamo per vivere
non è solo nostra.
Lasciateci…
Noi non siamo soli.

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