Le donne di Dune dal romanzo di Frank Herbert ai film di David Lynch e Villeneuve

Dune, Bene Gesserit
In Dune le donne rivestono un ruolo cruciale e  una significativa influenza narrativa, nell’universo socio-politico e culturale di questo mondo futuristico e immaginifico. Il loro contributo, con dinamiche di potere sotterranee e insondabili, è fondamentale e plasma il corso degli eventi in maniera profonda sia a livello letterario che cinematografico.

Dune è un romanzo di fantascienza epica scritto da Frank Herbert e pubblicato per la prima volta nel 1965. Si tratta del primo di una serie ambientata in un lontano futuro feudale dove potenti casate nobiliari controllano interi pianeti. La storia del primo libro si svolge principalmente sul pianeta desertico Arrakis, noto come Dune, che è l’unica fonte di estrazione in tutto l’universo della spezia, il melange, che rende possibile i viaggi interstellari. Ciò rende Arrakis un pianeta di enorme importanza strategica, il cui controllo scatena giochi di potere e guerre attraverso il tempo.

Il governo di Arrakis, dopo secoli di tirannia Harkonnen, viene assegnato dall’Imperatore a Casa Atreides, ma si tratta solo di una trappola per distruggere una casata che sta diventando troppo ricca e potente e minaccia lo status quo del potere. Il protagonista è Paul Atreides (interpretato da Kyle MacLachlan nel film di David Lynch del 1984 e da Timothée Chalamet nella versione di Denis Villeneuve), unico figlio ed erede del Duca Leto Atreides, che deve fuggire con la madre, Lady Jessica, dopo l’attacco degli Harkonnen per riprendersi Arrakis.

Paul e Jessica si rifugiano nel deserto presso i Fremen, gli abitanti indigeni che da secoli osteggiano i tiranni per riguadagnare la libertà propria e del pianeta. Paul, nonostante il suo sesso, è stato cresciuto e addestrato come le Bene Gesserit dalla madre Lady Jessica. Attraverso la sua capacità di percepire il futuro e la guida della spezia, Paul assume il ruolo messianico di Muad’Dib e guida i Fremen nella rivolta contro l’Imperatore e gli Harkonnen.

Dune è molto più che un romanzo di fantascienza, è un’opera che invita alla riflessione su temi universali e contemporanei. Affronta questioni come ecologia e ambiente: la spezia è una risorsa non rinnovabile, simile al petrolio, cruciale per l’economia e il potere politico e anche il linguaggio del film, dal sapore “mediorientale”, rimanda immediatamente a una realtà che conosciamo bene.

Tutta la struttura sociale è permeata di corruzione, manipolazione e lotta per il controllo e questo rappresenta, da che mondo è mondo, politica e dinamiche di potere. Anche la religione irrompe prepotentemente a più livelli, infatti quando Paul assume il ruolo di profeta/messia per i Fremen, mette in luce come le credenze religiose e le superstizioni possono essere manipolate per scopi politici, sociali, economici, ecc..

Infine si sviscerano concetti come l’autodeterminazione, il destino e il libero arbitrio: nonostante la conoscenza del futuro, che ha grazie ai suoi poteri e alla spezia, Paul lotta con le scelte da compiere per evitare un avvenire di guerra santa universale. È innegabile che l’influenza di Dune sulla letteratura, il cinema e la cultura popolare sia stata così forte da essere giunta intatta o forse potenziata nel 2024, confermandosi come uno dei libri più importanti del XX secolo.

È interessante analizzare quello che è il ruolo della donna nell’universo di Dune attraverso le Bene Gesserit. Si tratta di una sorellanza, i cui membri possiedono avanzati poteri mentali e abilità psichiche, che rappresenta una forza segreta e influente che attraversa e permea l’universo. Tutte le donne appartenenti alle Bene Gesserit vengono addestrate fin da bambine all’uso della Voce, una tecnica che permette il totale controllo sugli altri, e a una profonda conoscenza di politica, filosofia, psicologia e genetica.

Nei secoli agiscono dietro le quinte della politica per influenzare gli eventi attraverso il controllo dei regnanti e con la manipolazione delle linee di sangue. Le Bene Gesserit vogliono governare l’universo attraverso la creazione del Kwisatz Haderach, un essere supremo che abbia accesso alle più alte dimensioni di coscienza, per mezzo di un ultra millenario programma di “allevamento” di individui con specifici tratti genetici: gli uomini destinati a ricoprire ruoli di comando, ricchezza, nobiltà e potere ma occultamente guidati dalle donne Bene Gesserit con ruoli di consigliere, concubine e mogli.

I principali ruoli femminili in Dune sono tre e agiscono come forze, di volta in volta, parallele, contrastanti e sinergiche.

Jessica Atreides (interpretata da Franacesca Annis nel film di Lynch e Rebecca Ferguson in quelli di Villeneuve), madre di Paul e concubina del Duca Leto, è una Bene Gesserit che sfida gli ordini della Reverenda Madre mettendo al mondo un maschio, anziché una figlia Bene Gesserit, e intralciando così i piani relativi alle linee di sangue del potere. È convinta che suo figlio Paul sia il Kwisatz Haderach la cui nascita è profetizzata e attesa da sempre dalle Bene Gesserit per riportare equilibrio nell’universo. A sua volta diviene Reverenda Madre presso i Fremen e ha un ruolo fondamentale nell’ascesa al trono imperiale di Paul.

Chani (Sean Young per Lynch e Zendaya per Villeneuve) è una guerriera Fremen e donna amata da Paul. Come sua compagna ha un ruolo centrale in Dune e nella storia personale di Paul come suo supporto, aiuto, addestramento e integrazione nella società Fremen.

La principessa Irulan Corrino (Virginia Madsen per Lynch e Florence Pugh per Villeneuve) è la figlia dell’Imperatore, che sposa Paul in un’alleanza politica dopo che lui ha vittoriosamente guidato i Fremen alla riconquista del pianeta e ha sconfitto gli Harkonnen e suo padre. Nonostante l’amore di Paul per Chani, il rapporto tra i due cresce e si sviluppa nel corso del regno di Paul e nella storia della dinastia Atreides.

In realtà, un altro personaggio femminile attira l’attenzione: la sorella di Paul, Alia. Per diventare Reverenda Madre dei Fremen, Lady Jessica beve l’Acqua della Vita, il veleno del Verme delle Sabbie (il Sandworm o Shai-Hulud, in arabo “cosa eterna”, una manifestazione di Dio, un verme di centinaia di metri con una bocca ricoperta da migliaia di denti che in forma larvale produce la spezia), letale per gli uomini e per chi non sia addestrato a resistere al veleno.

Quando si sottopone al rito Lady Jessica è incinta, così il feto assorbe il veleno con tutti i poteri che ne derivano e viene alla luce una bimba con facoltà straordinarie. Alia nel film di Lynch viene presentata come una bambina (interpretata da Alice Witt) di circa sei anni, nel film di Villeneuve invece è solamente un pensiero della pre-nata e appare come visione del futuro in forma di ragazza (interpretata da Anya Taylor Joy) mentre si relaziona con il fratello Paul al di là del tempo. Alia, nota come Santa del Coltello, è un personaggio femminile che a livello metaforico simboleggia la consapevolezza e la conoscenza ancestrale della donna e, anche se avrà un destino tragico, colpisce forse più di tutte le altre figure femminili dei libri e dei film.

Le donne in Dune sono sempre ritratte come forti e intelligenti, capaci di influenzare gli eventi nonostante si trovino a doversi destreggiare in una società patriarcale in cui il ruolo primario è definito dalla relazione con gli uomini. Ad esempio Lady Jassica da concubina diventa madre e guida di un capo e Irulan da strumento politico diventa compagna e madre; entrambe dimostrano come il potere spesso si trovi occultato tra le pieghe della società e agisca con sottigliezze e manipolazioni più che con esplicita dominanza. È evidente che anche la nostra società, nel passato relativamente recente, fosse orientata in questo senso anche se ad oggi le donne iniziano a ricoprire esplicitamente ruoli di prestigio e potere, ma la strada verso l’uguaglianza tra i generi è decisamente ancora lunga e densa di insidie.

La versione cinematografica del regista canadese Denis Villeneuve celebra in Dune panorami mozzafiato e ambientazioni epiche segnate da geometrie imponenti ed evocative. Ma il film, strutturato in due parti (Parte I uscita nelle sale nel 2021 e Parte II di quest’anno), non è solamente uno spettacolo visuale. Attraverso il profondo sviluppo organico dei personaggi e della storia, di una fotografia (di Greig Fraser) straordinariamente efficace e di una colonna sonora (di Hans Zimmer) immersiva ed evocativa, Villeneuve confeziona un prodotto destinato a essere una delle pietre miliari di questo secolo, un po’ come Peter Jackson che ha portato sul grande schermo, con la trilogia del Il Signore degli anelli (2001-2003), il capolavoro letterario di J.R.R. Tolkien che è stato il simbolo del 1900. Gli straordinari effetti speciali sono funzionali alle vicende e non prendono il sopravvento e l’alchimia che creano con recitazione, fotografia, ambientazioni, cura del dettaglio e colonna sonora producono un senso di meraviglia e realisticità del tutto nuovo nel genere science-fiction differenziando la pellicola in modo memorabile.

Prima della saga di Villeneuve – è già previsto il prossimo capitolo cinematografico tratto dal secondo romanzo Messia di Dune ed entro la fine di quest’anno potremo vedere in streaming una serie prequel dedicata alla sorellanza delle Bene Gesserit – già David Lynch nel 1984 realizzò un suo adattamento dal romanzo di Herbert, a seguito del quale venne prodotta una serie di videogiochi, e nel 2000 venne realizzata la miniserie televisiva Dune – Il destino dell’universo.

Il film di Lynch presenta alcune criticità: il timing di due ore e venti di pellicola non fu sufficiente a condensare in modo efficace il complesso universo di Dune e gli effetti speciali risultarono non all’altezza già all’epoca. La sceneggiatura venne criticata e definita confusa e il film troppo destrutturato, tuttavia l’uso dei monologhi interiori e la narrazione attraverso pensieri sussurrati riuscirono a catturare la natura introspettiva del lavoro di Herbert.

Per concludere, i due adattamenti cinematografici, quello di David Lynch del 1984 e quello di Denis Villeneuve del 2021 e 2024, sono due interpretazioni enormemente diverse dell’iconico racconto di Herbert. Lo sviluppo della storia e dei personaggi, pur fedeli alla narrazione letteraria, nella pellicola di Lynch sono stati penalizzati dal minutaggio ridotto e il film, che risulta oscuro e surreale, in linea con il peculiare stile del regista, si distacca molto, forse troppo, dal romanzo.

Villeneuve invece ha un’atmosfera immersiva e coesiva, focalizzata su intrighi politici, elementi mistici e sviluppo della storia, catturando perfettamente lo spirito dell’opera di Herbert e rendendola accessibile e godibile, ma senza compromessi, al pubblico di oggi.
Per gli amanti del genere Dune, che sia la versione letteraria o quella cinematografica preferita, è un’opera imperdibile e di estrema attualità che fa riflettere su una realtà socio-politica ed economica che rischia di trascinare tutti noi verso la distruzione e che dovrebbe spingerci seriamente a chiederci se ne vale davvero la pena o se non siano altre le cose importanti per cui lottare.

Federica Carteri

Foto in alto: Dune, Bene Gesserit

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