Pillole di Femminile – Storie piccole che raccontano un mondo grande #106

borsa - pillole di femminile
«C’è una cannuccia masticata e anche un pacchetto di caramelle vuoto. Più che una borsa questo sembra un cestino dell’immondizia!»

Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.

«Certo poteva andarmi peggio. Sono ancora tutta intera. Era un bel po’ di tempo che non mi contavo le dita appena sveglia, per vedere se ci sono tutte. Accidenti che mal di testa. Lo so, è una banalità, ma l’alcool fa questa effetto, per banale che sia. Dove sono finite le mie scarpe? Ok, era meglio non guardare sotto il letto. Dovevo essere davvero a pezzi ieri sera per accettare una stanza come questa. Ricordo il tizio alla reception, indossava una vecchia camicia slavata completamente aperta e calzava quelle strane scarpe di gomma che in Italia usavamo in spiaggia negli anni ’70. Già questo avrebbe dovuto farmi desistere. Cristo santo, questo asciugamano fa schifo. Non ho il coraggio di andare a ispezionare con lucidità le lenzuola in cui ho dormito. Dovrei avere delle salviette… ma che cos’è tutta questa roba che ho in borsa?»

Ester iniziò a frugare estraendo uno per volta gli oggetti sconosciuti contenuti nella sua Borbonese.

«Un tappo di sughero, un paio di collant appallottolati e infilati in un sacchetto, usati, a quanto pare dall’odore. Un perizoma nero che… oddio!» esclamò tastandosi il sedere sotto la gonna con cui aveva dormito.

«Ah, no: il mio è al suo posto, come ieri sera, fin qui tutto ok. C’è una cannuccia masticata e anche un pacchetto di caramelle vuoto. Più che una borsa sembra un cestino dell’immondizia! Ma che cavolo ho combinato? Ora inizio a ricordare una ragazza con cui chiacchieravo al bancone del bar. Ha attaccato bottone con la scusa che mi somigliava, ed era proprio vero. Aveva anche il mio stesso taglio di capelli, dovevamo sembrare due sorelle gemelle. Cavoli, la testa, che male.»

La ragazza si sedette su quelle lenzuola che avrebbe preferito non aver toccato mai, tenendosi la testa fra le mani.

«Avevo degli analgesici nella tasca interna della borsa, prenderne uno mi aiuterà ad arrivare in aeroporto in tempo.»

Cominciò a tastare ogni angolo della borsa ma si accorse in fretta che quella non aveva tasche interne: era solo una buona imitazione, non era certamente la sua. La realtà la travolse tutta insieme. La donna aveva scambiato le loro borse. Le aveva rubato il biglietto aereo che lei aveva ancora la mania di stampare, ma la cosa più grave era che le aveva portato via i documenti, con i quali sicuramente si sarebbe imbarcata di lì a poche ore. Lanciò la borsa contro la parete in un impeto d’ira, poi si rimise seduta a fissare quei poveri oggetti sparsi sul pavimento. Sbollita la rabbia, Ester si augurò che questa sua disavventura potesse essere l’occasione di una vita migliore per quella donna con cui, in fondo, aveva passato una bella serata. Sorridendo sollevò il ricevitore per chiamare la reception ma la linea era muta, probabilmente da tempo. Raccolse le sue cose e si diresse di sotto, dall’uomo con i sandali di gomma. Chiese un taxi per poter raggiungere il consolato, in qualche modo sarebbe rientrata a casa.

Erna Corsi

Foto in alto: elaborazione grafica di Erna Corsi

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