A grande richiesta, tornano i consigli per l’estate della redazione de L’Altro Femminile, donne oltre il consueto. Enjoy!
Ebbene sì, secondo me quest’anno manca una cosa: il tormentone musicale estivo che tutti ci allieta tutti ci unisce. Gli ultimi due baluardi di resistenza sono stati Sangiovanni con la sua Malibù e le sue Farfalle e i The Kolors che ci spiegavano che non eravamo a Ibiza. Poi, il buio. Che nemmeno il sesso e la samba insieme riescono a schiarire. Anzi.
Però. Però era dai tempi di Moccia (sì, ho letto Moccia quando ero giovane e non me ne pento, mi ha fatto tanta compagnia e raffrescato le estati) con le sue storie d’amore che hanno portato noi tardo-adolescenti degli anni novanta a volare tre metri sopra il cielo, che non leggevo un libro due volte. Topeka School, di Ben Lerner, edito in Italia da Sellerio, è riuscito nell’intento di riportarmi negli anni novanta. Ma in America stavolta, in Kansas, per la seconda volta in due anni e per provare a capire. Perché in questo romanzo potente, unico, ci ho visto la spiegazione delle origini della situazione odierna, della “letteratura” attuale, sommersa dal linguaggio veloce e troppo “solo visivo”, sepolto dalla marea di slogan. Lerner sembra proprio intuire il formarsi di un pensiero che, incarnando anche la crisi del maschio bianco occidentale, getta la società in un atteggiamento aggressivo di rivalsa e desiderio di essere visti e vincenti a tutti i costi. Ho visto tanto in questo libro e ho capito perché c’è chi lo ha definito il maggiore romanzo dell’epoca di Donald Trump.
Il Lago dell’Accesa, luminosa scoperta. Il piccolo, luccicante e misterioso lago della Maremma Toscana, poco distante da Massa Marittima è immerso nelle leggende popolari, legate alla sua misteriosa origine. Le sue acque cristalline provengono da sorgenti sotterranee e il suo fondale è di sabbia finissima. Insomma, uno spicchio di Caraibi da mordere piano e gustarlo da mattina a sera, per una gita fuori porta che ti lascia la luce negli occhi per giorni.
Donne al centro della scena, anzi del Tatami, il film di Zahra Amir Ebrahimi e Guy Nattiv. E noi occidentali ai bordi: Tatami è un film scomodo? Sì lo è, e forse ora più che mai, dal momento che l’eterno conflitto tra Israele e Palestina è di nuovo accesissimo e tremendissimo. Ambientato Tbilisi, in Georgia, durante i campionati mondiali di judo racconta il dramma psicologico, fisico e politico di una judoka iraniana inghiottita dalla politica del suo paese, masticata a forza e sputata fuori dalle sue origini, dalla sua famiglia. Un film da vedere, e da pensare, dopo averlo visto.
Tre giovani scrittrici, tre sassi di fiume: i brevissimi libri della collana Elettra (Effequ edizioni). Tre storie di padri e figlie. Brevi, brevissime ma che colpiscono come sassi. Qui non dico altro, leggeteli se potete, soprattutto se siete dei vacanzieri non da romanzo ma da letture lampo. Vi lasciano addosso spruzzi di verità e una fresca consapevolezza sul tema trattato, proprio come dopo un bagno in un torrente di montagna: sono L’Olivastro di Marta Zura Puntaroni, Scintille di Francesca Scotti e Bestiario familiare di Francesca Manfredi.
Dal fiume al mare, alla spiaggia delle Capanne e dei Tronchi, Principina a mare. Sempre in zona Maremma Toscana, questa è la terra della “signorina”, la nobildonna Giuliana Ponticelli, proprietaria di Torre Trappola, una delle tenute più belle della zona, che in passato presidiava il porto fluviale nei pressi della foce del fiume Ombrone. Qui, tra le dune di sabbia, il mare e l’immensa pineta, si trovano vere e proprie sculture naturali modellate dalle tempeste invernali: bianchi e levigati tronchi contorti, una foresta disordinata e pure armonica, essiccata e bianca di sole, che l’uomo di anno in anno modella in capanne e anfratti ora bassi e lunghi ora alti e appuntiti, in un rituale dell’ingegno del riposo che trova sempre più adepti.
Sempre in tema di torrenti e fiumi, ma in quota, lontani dal salmastro, per una esperienza meno tranquilla ma con più adrenalina, anzi, come scrivono alcuni con più AdrenaLima, ci sono le cosiddette “sedute” di rafting nel torrente Lima, a Bagni di Lucca, per provare l’ebbrezza di remare nelle rapide e ammirare dei piccoli canyon che insomma, almeno per una piccola-donna come me, sembra di essere in Colorado, paura inclusa, anche solo osservando dall’alto chi lo pratica. E no, non ho provato: ho una certa età, e queste cose mi mettono ansia.
Ancora in zona Maremma toscana, dove ormai, se non si fosse capito, ogni anno lascio un pezzo di cuore, ci si può immergere nella storia sapientemente narrata da Beatrice Galluzzi, che scrive da San Vincenzo, dove vive e lavora. Nel suo libro Sangue cattivo. Anatomia di una punizione Galluzzi racconta la sua storia di ragazza difettosa, sia perché cresciuta in una famiglia disfunzionale, “capitanata” da un padre tragicomico e instabile, sia perché una volta adulta e alle soglie del matrimonio, scopre di avere una complicata malattia autoimmune. Malattia che punisce quindi, come lei pare aspettarsi da quando è nata: inducendo l’organismo ad attaccare se stesso. E dando ragione alla costante sensazione della protagonista: l’idea di meritarsi il proprio dolore. Il tutto ci viene raccontato in un clima imbevuto di ironia e che, tra risate e lacrime, ci porta dentro a quel “non prendersi troppo sul serio” che, anche se non guarisce del tutto, guarisce comunque tanto.
A proposito di maschi bianchi etero occidentali, latinamente detti Machos Alfa: una esilarante serie tv spagnola, un vero e proprio show con tratti di sit-com di ultima generazione che narra la storia di Pedro, Luis, Raul e Santi, quattro amici di mezza età che vivono a Madrid. Una storia contemporanea e piena di spunti di riflessione sugli effetti del movimento globale di lotta alla mascolinità tossica che negli ultimi anni la fa da padrone. La serie affronta il tema con la giusta ironia in modo da acchiappare la simpatia del grande pubblico, che la sera sul divano vuole soprattutto divertirsi, non sentirsi per forza impegnato o peggio, accusato, su temi sociali. Eppure qui gli autori sono stati abilissimi, perché, divertendolo appunto, portano inevitabilmente lo spettatore di ogni età (è questo anche uno dei punti forti) a ridere riflettendo.
Dalla Spagna alla Francia: è lì vicino e ne vale sicuramente la pena, di conoscere una donna che spicca in un mondo ancora dominato dalla presenza maschile: quello dei dottorandi in matematica della Scuola Normale di Parigi. Lei è Marguerite, la protagonista de Il teorema di Margherita, della regista Anne Novion, interpretata dalla bravissima Ella Rumpf, che si cala con maestria nei panni di una ragazza che arriva ad annullare se stessa per un teorema di gloria. Da vedere, perché ci avvicina indubbiamente a un mondo chiuso e visto dai più come “strano” e che invece è tanto affascinante e composto da persone che, come tutti, hanno pregi e difetti, grande forza e grandi fragilità.
Per concludere con quel pizzico di inquietudine, di amaro in bocca che un’opera fatta ad hoc è giusto che ci lasci addosso, l’ottima prova di Julia Roberts (una garanzia, nevvero) ne Il mondo dietro di te è sicuramente da guardare. Il film, distopico al punto giusto, non so se sia migliore o peggiore del libro perché non ho letto il romanzo di Rumaan Alam da cui è stato tratto. Sicuramente Roberts è perfetta nel ruolo della donna in carriera in pieno burnout e dal carattere insopportabile ed Ethan Hawke, nel ruolo del marito, è ottimo nei panni del maschio odierno in piena crisi. Uno spaccato della società americana attuale, vittima di quella costante tensione, quel “rumore bianco” a cui il maestro Don DeLillo mise di fronte gli americani e poi il resto mondo già dal lontano 1985. Il film si avvicina in punta dei piedi, ma nemmeno troppo, a questi temi: ci sono momenti, soprattutto quelli che riguardano la natura e la tecnologia in rapporto al cambiamento climatico e agli esseri umani, che angosciano e restano dentro quanto basta per scuotere le nostre coscienze.
Elena Marrassini
Foto in alto: by FSG’s creative director Rodrigo Corral
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Mi piacciono questi punti. Da seguire, uno per uno
Grazie, vedrai che non te ne pentirai 🙂
La morte di Delon, aldilà del uomo anche discutibile, mi ha fatto ri-scoprire dei film da grande cinema che vanno/andrebbero appunto consigliati 🙂
Per me una gran perdita, un grande attore. Mi sono astenuta dalle polemiche sulla sua persona che hanno imperversato nel web in questi giorni, mi facevano “afa”, e già è caldo…meglio stilare top-ten, magari sì, mettendoci anche qualche bel film con Delon, perché no!?