Madre Gothel, ovvero la violenza domestica spiegata nella filosofia di Disney

rapunzel e gothel - l'altro femminile - donne oltre il consueto
Rapunzel viene sfruttata per le sue capacità fisiche, privata della libertà, dei mezzi per riconquistarla e della sua autostima.

Nel film animato realizzato da Walt Disney Animation Studios nel 2010 Rapunzel – L’intreccio della torre (titolo originale Tangled), sottotraccia viene affrontato un tema molto importante: quello della violenza domestica.

Rapunzel è una ragazza che vive rinchiusa in una torre con quella che crede essere sua madre ma che in realtà è la donna che l’ha rapita dalla casa dei suoi genitori quando era molto piccola. Per questo lei non ne serba alcun ricordo. La donna la mantiene reclusa per poter sfruttare a suo piacimento il potere magico dei suoi lunghissimi capelli.

Alle richieste della ragazza di poter uscire Madre Gothel contrappone una serie di impedimenti, primo fra tutti l’assoluta incapacità della giovane di affrontare le difficoltà della vita, secondo il suo personalissimo ma inattaccabile giudizio. Il continuo ripetere a Rapunzel quanto sia inadatta e incapace e quanto sia pericoloso il mondo per lei ricrea la situazione reale in cui si trovano in casa propria molte donne vittime di violenza.

L’atteggiamento di malcelata sopportazione in disaccordo con le parole che tentano di essere amorevoli rientra nello schema della persona maltrattante.

Nel lungometraggio c’è un dialogo che diventa la canzone Resta con me. La rapitrice la canta alla ragazza per trattenerla. Il testo ha diversi passaggi emblematici dove appaiono evidenti la violenza psicologica e la limitazione dei mezzi a cui viene sottoposta la giovane.

«Vorresti uscire dalla torre?
Oh, che dici Rapunzel?
Cara sei un fuscello delicato!
E mi ascolti sempre sei un amore
Sai che ti ho protetto e tutelato»

«Lo so però…»

«E guarda! Tu sei il più raro fiore
È una delusione che vuoi darmi?
Vuoi lasciare il nido e andare via?
Si ma non ora»

«Ma…»

«Shh! Non ancora!
Stai qui con me!
Resta con me
Non ti allontanare
È il consiglio che ti do
Resta con me
Se ti lascio andare me ne pentirò
Lo so!
Ladri in libertà, piante velenose
Antropofagia, la peste!»

«No!»

«Si!»

«Ma…»

«Grossi e grassi ratti
Facce spaventose
Ah, io muoio! Non lasciarmi
Mamma è qui
Sai che ti proteggo
Cara veglio su di te!
È un bel dramma
Senza mamma
Ma sei con me!
Resta con me
Stai con la tua mamma
Sola tu cosa farai?
In déshabillé
Senza alcun programma
Dai finiresti nei guai
Sei un po’ svampita
Piena di ansia e dubbi
Anche un po’ distratta vedi?
In più non sei bella, senza che ti arrabbi
Sai mia cara che ti adoro
Mamma sa chi sei
Mamma ti capisce
Mamma è sempre accanto a te!
Rapunzel?»

«Si?»

«Non devi mai più chiedere di uscire dalla torre, ricorda!»

«Si, Madre.»

«Oh, io ti voglio talmente bene cara!»

«E io anche di più.»

«E io anche più del tuo più!
Non scordare cosa fare
Resta con me!»

Spiegare a bambine e bambini una situazione come quella della violenza domestica, psicologica, economica e fisica è davvero difficile, se non impossibile. Forse, però, se un giorno dovessero sfortunatamente trovarsi a vivere una situazione di questo genere ricorderanno come questa ragazza si è ribellata alla sua aguzzina.

Quelli che per noi sono solo cartoni animati per i più piccoli diventano lezioni di vita e dunque ben vengano la forza e l’audacia delle giovani protagoniste come Rapunzel, Merida o Elsa in sostituzione alla sottomissione e alla passività di Biancaneve e Cenerentola.

Per chiudere propongo la ripresa della canzone, inserita nella seconda parte del film animato, dove è ancora più chiaro il tentativo estremo di riportare Rapunzel al suo stato di prigionia.

«Io credo di piacergli.»

«Piacergli? Ma dai Rapunzel, che vai a pensare!
Ecco perché non volevo che andassi via
Questo è un bel romanzo che tu vuoi inventare
E che prova soltanto che tu non sei grande abbastanza, cara mia
Come puoi piacergli tu? Ti prego, ragazza
Guardati un po’, credi che sia rimasto colpito?
Non farne un dramma!
E abbraccia la mamma.»

«Perché… No!»

«No? Oh, le cose stanno così?»

«Rapunzel non sbaglia
Rapunzel non perdona
E il suo cuore è un po’ in tempesta
Rapunzel non sbaglia
Vai, tu sei padrona
Corri a portargli questa
Questa è la realtà
Lui non vuole altro
Dagliela e se ne andrà
L’abilità
Di un ragazzo scaltro
Presto ti sbalordirà
Ma Rapunzel non sbaglia
Lei crede a questo tipo
Lui aspetta solo te
Se rifletti non scommetti
Perdi con me.»

Erna Corsi

Foto in alto: Rapunzel e Madre Gothel – da igeneticamentemortificati.com

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