Un’opera originale e complessa che sfida le convenzioni narrative e offre un’esperienza immersiva e interattiva.
Casa di Foglie di Mark Z. Danielewski è un romanzo d’esordio pubblicato negli Stati Uniti nel 2000, dopo essere stato diffuso a pezzi su internet. In Italia ha cominciato a circolare nel 2005 edito da Mondadori e a oggi si può trovare solo nell’edizione di 66THAND2ND del 2019.
È un romanzo affascinante che esplora i temi della paura e della percezione della realtà attraverso una caratteristica della letteratura ergodica, la narrazione interattiva e non lineare, destrutturata e con una forma tipografica innovativa. Questa natura sperimentale ha destato sia apprezzamenti che critiche, ma ha permesso infine al romanzo di affermarsi come un “classico” della letteratura postmoderna.
La storia principale ruota attorno alla casa di Ash Tree Lane in Virginia che è più grande all’interno di quanto lo sia all’esterno. Un vero e proprio enigma architettonico che sfida le leggi della fisica e dell’architettura.
Casa di Foglie si struttura in tre principali linee narrative, parallele e interconnesse. Il manoscritto di Zampanò, il racconto di Will Navidson e la storia di Johnny Truant. Tuttavia anche le appendici e le note a piè di pagina rappresentano frammenti aggiuntivi. Forniscono, infatti, ulteriori dettagli e storie parallele che ampliano, ma anche complicano, la narrazione principale.
Note, variazioni tipografiche e passaggi richiedono di ruotare il libro o seguire testi disposti in modo labirintico e costringono quindi il lettore ad abbracciare il caos e la confusione vissuti dai personaggi trascinandolo in un’esperienza compenetrante.
Zampanò è un critico cieco che scrive un manoscritto sul docu-film La versione di Navidson girato dal fotoreporter Will Navidson relativamente agli strani eventi avvenuti nella sua casa di Ash Tree Lane.
I fatti ripresi e documentati da Navidson raccontano di corridoi infiniti e stanze che si materializzano e scompaiono misteriosamente e della spedizione di “ricerca” finita tragicamente di un gruppo di amici guidati appunto da Navidson.
Johnny Truant è un giovane apprendista tatuatore, vicino di casa di Zampanò, che trova il manoscritto dopo la sua morte. Mentre lo legge e cerca di riempire le parti mancanti, Johnny inizia a perdere il controllo della sua vita ma soprattutto della propria sanità mentale, tormentato dai contenuti del manoscritto.
Casa di foglie affronta temi come paura, psicologia, realtà e percezione non diversamente da molte altre opere, ma lo fa in modo nuovo e destabilizzante.
La casa stessa al centro del racconto è una metafora della paura e dell’ignoto. Le sue stanze e corridoi rappresentano l’oscurità interiore e i traumi nascosti. I personaggi sono costretti ad affrontare i propri demoni durante la missione di esplorazione.
In questo senso il romanzo gioca molto anche sulla percezione della realtà. Infatti, con la narrazione frammentata e le differenti voci narrative che si alternano e mescolano, il lettore è costretto a mettere in discussione ciò che è reale e ciò che invece è frutto dell’immaginazione e si trova a dover partecipare attivamente alla costruzione del significato del romanzo stesso.
In Casa di foglie ci sono numerosi riferimenti ad altri testi letterari, filosofici e teorici, tra cui Cuore di tenebra di Joseph Conrad e La terra desolata di T.S. Eliot, che contribuiscono a creare una rete intertestuale complessa.
Inoltre il non essere certi che le note si riferiscano a eventi o opere reali (è presente nel testo una notevole lista di pseudobiblia: note, appendici e parti di fantasia) costringe a un’attività di ricerca e verifica quasi continua. Questo rende la lettura piuttosto lenta e complicata ma anche immensamente stimolante.
Un’opera al limite tra genio e follia che ha suscitato opinioni estremamente contrastanti e che per questo vale la pena di essere letta, perché ognuno di noi si faccia la propria.
Federica Carteri
Foto in alto: immagine da Photobank
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