Mariagrazia Di Pardo dalla passione per i cavalli a quella per l’Arma

Mariagrazia Di Pardo
La Tenente Di Pardo ha guidato il 4° Reggimento Carabinieri a cavallo in occasione del Palio di Siena del 2023 e 2024.

Chiunque viva il Palio di Siena o abbia occasione di assistere alla corsa – nota anche come carriera – sarà d’accordo nell’affermare che uno dei momenti più emozionanti che la precedono è la carica dei carabinieri a cavallo.

Inizialmente finalizzata a mantenere l’ordine pubblico, la presenza dei carabinieri con il tempo si è legata all’aspetto festivo del Palio. La carica, a ricordo di quella di Pastrengo del 1848, è il momento culminante della sfilata che vede protagonisti i carabinieri. Entrati al passo, i “cavalieri” sfilano lungo l’anello di tufo per poi lanciarsi al galoppo. A Siena è ormai diventata una tradizione che ha il potere di unire passato e presente, storia nazionale e locale.

In occasione del Palio di agosto 2023 e di luglio 2024 a capo del reggimento c’è stata la Tenente Mariagrazia Di Pardo, una rappresentante dell’Arma giovane ma già piena di esperienza e competenza. Siamo felici che la Tenente Di Pardo abbia accettato con piacere di essere intervistata da noi.

maria grazia di pardo
Mariagrazia Di Pardo

Tenente Di Pardo, in lei è nata prima la passione per i cavalli o quella per l’Arma?

«Sicuramente quella per i cavalli è una passione che ho fin da quando ero bambina. Ricordo che a cinque anni chiesi a Babbo Natale un cavallo, ma i miei genitori decisero che sarebbe stato più opportuno regalarmi un corso di equitazione per farmi comprendere la portata della richiesta. Da allora ho cominciato a frequentare un circolo ippico e l’amore per questo animale straordinario non si è mai spento.

Con il tempo, poi, ho deciso di entrare nell’Arma dei carabinieri, ma all’inizio pensavo che avrei svolto altre mansioni. Durante il percorso formativo in accademia militare e nella scuola ufficiali, ha cominciato a maturare in me il desiderio di unire impegno nell’Arma ed equitazione. Quando si è presentata l’opportunità questo è accaduto. Il mio primissimo incarico è stato proprio nel 4° Reggimento dei carabinieri a cavallo, come comandante di plotone. Attualmente, invece, ho l’incarico di comandante di squadrone.»

Qual è stato il suo primo approccio con la festa del Palio?

«La prima volta che l’ho vissuto è stata nell’agosto 2023. Il Palio lo avevo già visto in televisione, ma non avevo ben approfondito la festa, non conoscevo la vita delle contrade, come si svolgono le prove ecc. Anche perché in televisione si vedono alcuni momenti e non è possibile viverlo appieno. Non erano mancate le occasioni di partecipare come spettatrice in piazza, ma alla fine non era mai accaduto.

Mi sono documentata, ovviamente, prima di venire a Siena. La primissima volta che ho calpestato il tufo è stato nell’agosto 2023 il giorno dell’assegnazione dei cavalli alle contrade e poi alla guida del drappello per la Prova Generale. Quindi mi sono ritrovata a fare da spettatrice ed entrare nel mondo del Palio proprio nel momento in cui l’ho vissuto in prima persona.»

Cosa si prova a far parte di una tradizione così amata a Siena come la carica dei carabinieri a cavallo e soprattutto a entrare in piazza alla guida del drappello?

«Per un carabiniere a cavallo caricare al grido di Pastrengo, vale a dire impegnarsi nell’ultima figura che chiude il carosello storico, è sempre un grande onore e un momento denso di significato. Proiettarlo nel Palio di Siena porta a creare una sinergia di sentimenti. L’emozione della carica e del suo valore si uniscono all’emozione del Palio.

Ciò che mi ha coinvolta maggiormente è che a Siena la carica è preceduta dal saluto ai bambini delle contrade, un momento che per me è stato forte perché mi ha fatto sentire la vicinanza dei più piccoli all’Arma. È stato come portarli idealmente con sé, creare un ponte simbolico tra passato e futuro.»

Finora solo due donne hanno corso il Palio, Virginia Tacci nel ‘500 e Rosanna Bonelli, nota come Rompicollo (il cui soprannome in realtà era Diavola), nel 1957. Le piacerebbe vedere in azione un’altra fantina durante la corsa?

«Di certo sarebbe una cosa che mi piacerebbe vedere. A tal proposito c’è da considerare che l’equitazione è uno sport che non fa distinzioni di sesso, a dimostrazione che le possibilità tra uomo e donna sono le stesse e che in campo ciò che conta è la capacità. Dunque sarebbe bello estenderlo al Palio di Siena e vedere una fantina partecipare, se possibile con successo.»

Da sportiva, le è capitato di seguire le Olimpiadi? C’è stato qualche atleta o situazione che l’ha colpita in maniera positiva?

«Mi ha colpito vedere come, in ogni gara, ognuno abbia messo il massimo di se stesso. Molti atleti hanno vissuto lo sport come percorso di crescita. Non solo puntando sull’obiettivo della medaglia olimpica e del podio, ma a un risultato che potesse essere gratificante come miglioramento personale.»

Si tratta di un messaggio molto importante da lanciare a chi segue lo sport e alle nuove generazioni: quello di prendere il lato positivo di ciò che, in apparenza, può essere visto come un insuccesso. Considerandolo come un mezzo per essere più forti e consapevoli e non basandosi solo sui numeri.»

Come ultima domanda vorrei chiederle, esperienza senese a parte, qual è il luogo più emozionante dove ha guidato il carosello storico

«Sicuramente presso Piazza di Siena a Villa Borghese a Roma, nell’appuntamento annuale che si tiene in occasione del CSIO (Concorso Ippico Internazionale Ufficiale di Roma). È nella stessa cornice che nacque il carosello storico e quindi mi rende orgogliosa di partecipare.»

Silvia Roncucci

Foto in alto: la carica dei Carabinieri prima del Palio, foto di Mariagrazia Di Pardo

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