“Un libro e …” – Le ore, premio Pulitzer di Michael Cunningham

Le ore
Un libro e un film che raccontano tre donne distanti ma unite da un filo invisibile, il potere della letteratura di cambiare le esistenze.

La mia proposta per questo venerdì è il romanzo di Michael Cunningham vincitore del premio Pulitzer per la narrativa nel 1999: Le ore, pubblicato inizialmente da Bompiani nel 1999 e ripubblicato a maggio 2020 dalla casa editrice La nave di Teseo. Potrebbe essere definito come un tributo a Virginia Wolf, tuttavia può essere apprezzato anche da chi non conosce l’opera o la vita della famosa autrice inglese.

Il romanzo racconta le vite di tre donne, che vivono le loro esistenze in tempi e luoghi differenti, intrecciate tra di loro dal celebre romanzo La signora Dalloway. Le protagoniste sono Virginia Woolf, Laura Brown e Clarissa Vaughan. Seguire le tre linee temporali non è difficile perché all’inizio di ciascun capitolo è indicato il nome della donna di cui leggeremo.

Ogni volta però restiamo sospesi tra finzione e realtà, che si alimentano a vicenda. Veniamo completamente assorbiti dalle sensazioni e dagli eventi che toccano queste donne. L’abilità di Michael Cunningham è quella di permetterci di empatizzare con le protagoniste anche quando vivono sensazioni e avvenimenti molto distanti da noi. Riesce infatti a creare un legame molto forte che ci accompagnerà durante tutta la lettura.

Le oreLa parte che ha come protagonista Virginia Woolf prende avvio dal giorno del suo suicidio, nel marzo del 1941, per poi tornare indietro a indagare nella sua vita. Wolf vive in un tranquillo sobborgo di Londra e cerca la giusta ispirazione per scrivere una nuova opera, nel frattempo inizia a scontrarsi con il suo animo inquieto.

I capitoli dedicati a Laura Brown sono ambientati a Los Angeles alla fine degli anni ’40. Appassionata lettrice delle opere di Virgilia Woolf, sta infatti leggendo proprio La signora Dalloway. Casalinga e incinta del secondo figlio, sembra vestire perfettamente i panni della moglie e della madre che le sono imposti dalla società. Dentro di lei però si fa spazio una profonda insoddisfazione.

Clarissa Vaughan è una editor newyorkese soprannominata signora Dalloway, perché la ricorda con il suo modo di fare… talmente tanto da divenirne una moderna rincarnazione, siamo infatti alla fine del  XX secolo. Intenta a organizzare una festa in onore di un caro amico vincitore di un premio letterario e malato terminale di AIDS, si trova a fare i conti con la vita che ha vissuto come non lo aveva mai fatto prima.

Cosa hanno in comune queste donne distanti tra di loro? Vivono tutte e tre una vita solcata dall’insoddisfazione, imprigionate in ruoli che non sentono pienamente, e questo rende il romanzo introspettivo e psicologico. Le ore sono anche la misura del tempo che scorre, tra esistenze non volute, sogni e aspirazioni. Proprio Le ore (The Hours) era il titolo dato inizialmente da Virginia Woolf a La signora Dalloway.

«C’è solo questo come consolazione: un’ora qui o lì, quando le nostre vite sembrano, contro ogni probabilità e aspettativa, aprirsi completamente e darci tutto quello che abbiamo immaginato, anche se tutti tranne i bambini (e forse anche loro) sanno che queste ore saranno inevitabilmente seguite da altre molto più cupe e difficili. E comunque amiamo la città, il mattino; più di ogni altra cosa speriamo di averne ancora.»

In accoppiata con Le ore vi propongo il film The Hours del 2002 opera seconda del regista inglese Stephen Daldry (diventato famoso con Billy Elliot) basato sul romanzo di Michael Cunningham (disponibile in streaming su Netflix). Un cast di eccezione vede tra le protagoniste Nicole Kidman, Julianne Moore e Meryl Streep, che interpretano rispettivamente Virginia Woolf, Laura Brown e Clarissa Vaughan. Tutte e tre le attrici hanno ricevuto l’Orso d’argento nel 2003 per la migliore attrice al Festival internazionale del cinema di Berlino, nello stesso anno Kidman viene premiata con l’Oscar alla miglior attrice.

Numerose sono le candidature e i premi vinti, probabilmente la trasposizione cinematografica è divenuta più famosa del libro. La sceneggiatura di David Hare riesce a riportaci alle sensazioni provate tra le pagine del romanzo, pur dovendo adattare la struttura originaria per restituire sullo schermo le complessità emotive delle tre donne.

Le vicende di ciascuna protagonista si svolgono nell’arco di una sola giornata, ma la storia risulta comunque coinvolgente e complessa. Le scene e le atmosfere ricreano la tragica malinconia che pervade queste donne impegnate a ridefinire il proprio essere. Una riflessione profonda e complessa sulla felicità e sul significato della vita. Buona visione e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: immagine dal film The hours

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