Finalmente è arrivato il freddo. Centoquattro fiori viola e un cuore pieno di gratitudine. Dal crocus sativus al frantoio: un autunno ricco di sorprese.
«Non dare mai nulla per scontato. Tutto può succedere. Tutto può cambiare.» Pensavo di aver imparato piuttosto bene questa lezione. Invece, nonostante il lavoro di tanti anni per imparare a sentirmi aperta e ottimista verso ciò che può accadere, nonostante la mia parte “infantile” che ringrazio per tutti i momenti di stupore che mi regala, e nonostante l’incrollabile fiducia nel fatto che tutto può succedere, ogni tanto mi capita ancora di dimenticarlo.
Le parole con cui chiudevo l’ultimo Vita in Campagna erano: «Ora non mi resta che aspettare fiduciosamente il prossimo anno per assistere alla spettacolare fioritura del crocus sativus.»
Sul mio incrollabile atteggiamento positivo nei confronti della vita non si può dire nulla: ero certa che l’anno prossimo i fiori di zafferano sarebbero fioriti. Avevo notato i getti di foglie lunghe e sottili che erano spuntati dai bulbi ed ero felice di questo segnale. Non avevo messo in conto, però, la sorpresa che ho trovato dopo un’assenza di tre giorni dall’orto: una fila di fiori viola pronti per essere raccolti.
E da allora ogni mattina scendo a prenderli, tolgo gli stimmi e li metto ad essiccare.
Ne ho raccolti centoquattro. Lo affermo con sicurezza perché ho seguito il consiglio di Elina, l’amica che mi ha regalato i bulbi: a ogni fiore che prendevo tra le mani, per separare la corolla dai piccoli filamenti rossi che diventeranno la preziosa spezia, ho dato un numero, o meglio un nome, e poi l’ho ringraziato.
Esprimere riconoscenza è un’abitudine che avevo anche da cittadina, ma da quando vivo in questa dimensione a contatto con la terra e la natura è una pratica quotidiana perché le occasioni sono tantissime.
Ringrazio anche gli olivi: quando finisco un albero, prima di passare al successivo lo ringrazio, qualunque sia la quantità che ha prodotto. So che ogni albero fa quello che può e il caldo di quest’anno non è stato facile neanche per loro. Nonostante questo la raccolta è stata veramente eccezionale: quasi una tonnellata di olive. La resa non è stata alta, ma la colpa non era sicuramente degli alberi che sono stati veramente generosi.
Abbiamo lavorato alacremente e allegramente con i nostri rascelli per tre giorni (ecco perché non sono andata nell’orto…) con un sole e una vista straordinari per questo periodo.
Nelle prime ore del mattino eravamo ben coperti perché la temperatura era molto bassa. Poi piano piano toglievamo strati di abbigliamento e durante la pausa pranzo ci siamo ritrovati in maniche corte. Così, a parte la sottoscritta, che deve usare sempre la protezione solare massima, l’ultimo giorno tuttə hanno potuto sfoggiare un’invidiabile abbronzatura, regalo del sole d’autunno.
Come ogni anno ho preparato la pasta con il sugo alle olive nuove seguendo la squisita e imperdibile ricetta di Pia Pera. Gli amici tedeschi che sono venuti ad aiutarci erano piuttosto perplessi all’idea di affrontare un piatto di spaghetti dal gusto amaro. Alla prima forchettata si sono ricreduti e, anche quest’anno la pasta ha avuto un grande successo.
Ho tenuto da parte un po’ di olive prima di portarle al frantoio: alcune le ho usate per la salsa, altre sono dentro una pentola coperte d’acqua. Ho deciso di superare la mia reticenza verso quelle attività che necessitano cura e attenzione con una certa metodicità. Il rischio di dimenticarmi e non portare a termine un procedimento lungo è molto alto. Ma la voglia di provare a fare le olive in salamoia è più forte, così ho posizionato la pentola sul mobile di cucina: è un po’ ingombrante, ma ogni sera la vedo e mi ricordo di cambiare l’acqua.
Il freddo in questa seconda metà di novembre ha iniziato a farsi sentire. Abbiamo raccolto i primi broccoli e i finocchi, ma stiamo mangiando anche le ultime verdure estive che quest’anno hanno continuato per un bel po’ a spuntare nell’orto. Gli zucchini, con i loro fiori giallo sole, erano bellissimi, oltre che saporiti. I peperoni, invece, sono rimasti verdi e un po’ amari, ma con un po’ di cipolla e le ultime foglie di basilico li abbiamo proprio gustati.
È arrivato il tempo di fare un serio cambio di stagione anche questo autunno volge al termine: maglioni, guanti e berretto ora sono indispensabili.
Serena Betti
Foto di Serena Betti
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