«La lingua e la pratica della poesia sono liberatorie, ma bisogna essere disposti a esplorare, a scendere in profondità.»
Nell’intervista rilasciata a Maria Oppo per Artribune ho trovato molto significative queste parole di Alessandra Racca: «L’ironia è una mia grande amica, nella vita come nella scrittura. Forse è anche un lessico famigliare. Sono grata a chiunque riesca a sollevare il peso che come esseri umani ci tocca di sopportare. Io, dentro di me, spesso, sono pesante, ma aderire a questo peso mi annoia, mi fa sentire ridicola. L’ironia, l’umorismo, il ribaltamento sono leve, sollevano e mostrano molto spesso cose più interessanti. Ti fanno spostare lo sguardo e allora magari lì dove non guardavi c’è qualcosa su cui vale la pena indagare. La parola, poi, è un incredibile grimaldello, se ci giochi, con le parole, ecco che ti fanno scoprire associazioni, rovesciamenti, inquietudini. E si fa tutto più interessante.»
L’ironia la troviamo in molti dei titoli delle sue raccolte: Poesie antirughe, L’amore non si cura con la citrosodina, Consigli di volo per bipedi pesanti e Nostra signora dei calzini, tutte pubblicate da Neo Edizioni.
L’albo Alice e il buio buio, edito da Emme Edizioni, è illustrato da Anna Castagnoli. Quest’anno, con Interno Poesia Edizioni, è uscito Di pancia (e altri organi vitali), un’esplorazione leggera, ironica, e a tratti dolorosa, sulle gioie e le paure legate al diventare madri.
Questa domenica proponiamo l’ascolto di È sempre colpa del giardiniere. La poesia, tratta da L’amore non si cura con la citrosodina, è accompagnata dall’elaborazione video di Debora Menichetti.
Serena Betti
Foto in alto: Alessandra Racca
© RIPRODUZIONE RISERVATA
È sempre colpa del giardiniere
Eri come un cactus
a cui cercavo di spiegare
le quattro stagioni
ero come una rosa
che cercavi di convincere
che l’acqua, basta anche poca
piantati nello stesso vaso
il nostro giardiniere
un pazzo
un sadico
un sognatore
oppure solamente uno
che si era distratto
per amore