“Un libro e …” – Ascolta il mio cuore, storia di amicizia di Bianca Pitzorno

Ascolta il mio cuore
Una storia di amicizia con protagoniste tre bambine che sfidano le ingiustizie e un’intervista che ci permette di scoprire meglio la vita della sua autrice.

La mia proposta per questo venerdì è il mio libro preferito, quello che ha cambiato la mia vita da lettrice e mi ha fatto crescere più libera e femminista: Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno. Uscito nel 1991 per Mondadori, arriva quello stesso anno nelle mie mani di novenne e già alla prima lettura mi innamoro delle sue protagoniste e dell’amicizia che le lega. Nonostante sia ambientato durante l’anno scolastico 1949-1950, in un mondo diverso da quello che viviamo oggi, affronta tematiche sempre attuali come giustizia e disuguaglianza. Il punto di forza è che questo è raccontato attraverso gli occhi di tre bambine.

Prisca Puntoni, Elisa Maffei e Rosalba Cardano hanno nove anni e frequentano la quarta elementare in un piccolo paese della Sardegna. Ognuna ha il suo carattere e le sue peculiarità: Prisca è emotiva, appassionata alla scrittura e grande lettrice; Elisa è sensibile e tranquilla; Rosalba è molto brava in matematica e possiede un animo artistico. La loro classe è suddivisa in tre gruppi, da loro rinominati “Leccapiedi”, “Maschiacci” e “Conigli”. Dovranno fare la conoscenza della nuova terribile maestra, Argia Sforza (da loro soprannominata Arpia Sferza!): accondiscendente con le bambine benestanti, umilia e maltratta le alunne meno abbienti.

Barometro emotivo delle esperienze vissute dalle tre bambine è il battito del cuore di Prisca. Inizia a battere furiosamente ogni volta che qualcuno subisce un’ingiustizia, quando provano vergogna ma anche nei momenti di felicità. «Prisca si agitava sul banco come un’anguilla. – Ascolta il mio cuore! – bisbigliò afferrando la mano di Elisa e premendosela sul petto – Sta per scoppiare.»

Le pagine che raccontano le avventure scolastiche delle tre bambine sono intervallate dai racconti che la ribelle Prisca scrive nelle sue agende o nei temi che richiede la maestra. La giovane scrittrice si vendica delle ingiustizie con le quali si scontrano nella loro quotidianità e riversa dentro i suoi scritti sentimenti ed emozioni. Lo fa con l’irruenza tipica della sua età, mostrando sempre un forte senso di empatia e di coraggio: «Una leccapiedi che striscia davanti ai potenti fa schifo come un topo di fogna. Ma una leccapiedi che usa il suo piccolo potere per far strisciare quelli più deboli di lei è una iena, una carogna, un essere abominevole.»

Ascolta il mio cuore ha una trama semplice e una scrittura lineare ma non banale. Bianca Pitzorno ha creato un romanzo che incanta e commuove, in grado di coinvolgere un pubblico giovane e appassionare gli adulti che hanno ancora voglia di sorprendersi. Per me è così da quasi venticinque anni, lo leggo e rileggo e ogni volta colgo nuovi particolari. Non mancano momenti di grande umorismo e tenerezza, che rendono la lettura piacevole e appassionante. Da bambina mi sorprendevo che una storia che mi incitava a lottare, a non arrendermi davanti alle difficoltà, a fare quello che desideravo, senza limiti legati alla mia età e dove non esistevano “cose da maschi e cose da femmine” fosse stata scritta da un adulto. Mi ha fatto pensare che anche i grandi potevano fare cose belle!

In accoppiata con Ascolta il mio cuore vi propongo un approfondimento sulla sua autrice trasmesso da Suite – Magazine di Radio3. Un programma dedicato all’arte, alla musica, al teatro e alla danza. È l’episodio andato in onda il 7 gennaio 2024 (disponibile su RaiPlay Sound) dove Monica D’Onofrio la intervista per La vita che mi diedi.

La scrittrice sarda si racconta a partire dall’infanzia, in una famiglia con molti docenti universitari e medici, con una tradizione ricca di lettura e cultura. Dove gli uomini leggevano libri di saggistica, di scienza e romanzi d’avventura e le donne, che non lavoravano e avevano le domestiche, avevano molto tempo a disposizione e ognuna aveva i suoi gusti: dagli autori ungheresi, a Virginia Woolf, a Grazia Deledda. Pitzorno cresce in mezzo ai racconti sardi legati alla tradizione popolare e familiare fino al libro che ha segnato l’inizio di tutto, Bibi. Una bambina del nord, che l’ha tenuta incollata alla sedia fino alla fine delle sue pagine. Non c’è mai stato un momento in cui le storie hanno smesso di affacciarsi alla sua vita.

Dal sogno dell’archeologia al lavoro come autrice di programmi per ragazzi e bambini alla Rai, con aneddoti curiosi e interessanti, al debutto come scrittrice con Sette Robinson su un’isola matta: una donna libera e femminista che con i suoi libri ci dimostra che si può essere diverse, libere e fare quello che si vuole.

Bianca Pitzorno è molto nota come scrittrice per l’infanzia, ma non ha avuto paura di evolversi e andare avanti quando la sua vita è cambiata. Infatti, trovandosi a non avere più bambini vicino a lei, ha preferito scrivere di quello che conosceva e viveva quotidianamente. Scelse di cambiare obiettivi e pensieri invece di rimanere aggrappata all’idea che gli altri avevano di lei.

Con la sua penna sono cresciute generazioni di bambine e bambini che sono diventati donne e uomini consapevoli, ed è riuscita a dare un apporto solido alla causa femminile grazie alle sue storie con protagoniste ragazzine che facevano quello che volevano.

È sempre bello scoprire la vita di un’autrice che si ama molto. Buon ascolto e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: Bianca Pitzorno (da cdt.ch)

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