Vita in campagna. Appunti di viaggio di una cittadina in trasferta #22

Tutto cambia. Le parole di una delle più intense canzoni di Mercedes Sosa in questo periodo sono diventate il mio mantra della sera.

Tutto cambia. È sbocciata primavera! Il giallo è il colore dominante di tutto quello che mi circonda. Forsizie, giunchiglie, sia a trombetta sia ricce, fiori di mahonia, calendule, tarassaco e tantissime primule spontanee sul prato e sui greppi. Il giallo spicca anche nell’orto perché le pulezze sono andate in fiore e purtroppo non si possono più mangiare. Tutto cambia. Questo è un segnale importante per chi segue la stagionalità delle verdure. È tempo di insalate, cavolini di Bruxelles, scarola e… puntarelle. Un po’ impegnative da pulire, perché sono piene di anfratti dove lumache e forbici si rintanano indisturbate finché non le raccolgo, sono buonissime in insalata tagliate a striscioline e condite con pasta d’acciughe.

Il mese pazzerello quest’anno ci conferma la sua peculiarità alternando giornate caldissime ad altre di pioggia e freddo con deliziose scie di umidità che fanno cantare le articolazioni. Qualche volta questi fenomeni avvengono nella stessa giornata. Nuvole nere gonfie d’acqua, dopo essersi svuotate un po’, si spostano velocemente grazie a un vento impetuoso, lasciando il posto a un cielo di un azzurro intenso con  squarci di sole accecante. Uno spettacolo che può durare anche solo qualche secondo. Tutto cambia.

Passo molte ore nell’orto e con le mani nell’acqua perché è tempo di consumare o fare scorta nel congelatore delle verdure che si possono conservare, e lasciare lo spazio per preparare i solchi che accoglieranno le piantine o i semi delle verdure estive. Spinaci e misticanza sono già stati messi a dimora e cominciano a spuntare  i primi germogli.

Dicevo che passo molto tempo nell’orto. Con tutto quello che c’è da fare e con il piacere che mi dà questa attività la solitudine è una condizione che non ho mai provato. Ma quest’anno qualcosa è cambiato ed è un’assenza che si fa sentire, fortissima, soprattutto se lavoro nel campo dietro casa.

Fino a un paio di settimane fa quando zappettavo, o innaffiavo, o pulivo le erbacce venivo attirata quasi subito da movimenti e richiami molto familiari. Erano gli asini che, pascolando intorno a casa, appena mi vedevano, o mi sentivano, mi chiamavano per salutarmi. Erano i miei compagni curiosi e raglianti.

La stalla adesso è vuota. Tutto cambia. Il dispiacere è grande, perché è cambiata tutta la percezione di questo spazio, ma fortunatamente le asine hanno trovato due nuove case più sicure dove potersi muovere in libertà anziché essere costrette nel recinto in cui, per proteggerle, le abbiamo rinchiuse in questi ultimi mesi.

Nella è al Parco Zoo di Poppi in compagnia di un bel gruppo di asinelli bianchi dell’Asinara. Paola e Berta, le due sorelle, sono andate insieme in un agriturismo vicino a Pieve Romena. E anche loro hanno trovato nuovi amici perché a Cervoli ci sono mucche, pecore, capre, galline, oche, ma soprattutto persone che, come allo Zoo, hanno molto a cuore il benessere degli animali.

Mi mancano, molto, ma quando di notte sento i lupi ululare qui vicino, ringrazio Elisabetta, Leonardo, Giuseppe e Stefano per la disponibilità ad accogliere le nostre “ragazze”.

In momenti come questi mi sono spesso ritrovata a cantare una bellissima e malinconica canzone. Scritta da Julio Numhauser, musicista cileno che, nel 1973, a seguito del golpe con cui Pinochet prese il potere, fu costretto all’esilio. Todo cambia ebbe un successo internazionale grazie all’interpretazione potente e straordinaria di Mercedes Sosa, la cantante argentina che, come l’autore, dovette lasciare il suo Paese quando a capo del governo si insediò il generale Videla.

Più che una canzone, per me negli anni è diventata una sorta di ballata consolatoria che nei momenti difficili ascolto, o canto, a occhi chiusi, dondolandomi e abbracciandomi. Il suo effetto benefico e confortante non tarda a farsi sentire. Da quando sono rimasta “sola” è diventato un mantra silenzioso che mi accompagna nel sonno.

In realtà non è vero che sono sola… sono sempre circondata da cinque meravigliosi, colorati e vivaci mici che mi sorprendono con giochi e scherzi, facendomi agguati balzando all’improvviso da dietro un angolo o un albero. E quando mi vedono zazzicare nell’orto si divertono a giocare a nascondino. La vita in campagna è tutt’altro che noiosa e poi… Tutto cambia e siccome tutto cambia che io cambi non è strano.

Serena Betti

Foto di Serena Betti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Solve : *
18 × 25 =