La modernità di un’eroina di oltre un secolo e mezzo fa, nata dalla penna della maggiore delle sorelle Brontë, da prendere come esempio.
Durante l’età vittoriana hanno visto la luce molti dei grandi classici delle letteratura inglese, fra questi Jane Eyre di Charlotte Brontë. Nel suo romanzo l’autrice ci racconta la vita di una giovane donna orfana, sola al mondo, con un carattere fiero e capace di grandissimi sentimenti così come di inevitabili sacrifici. Nella scuola di carità in cui ha passato metà della propria vita si è trovata costretta a subire abusi e ingiustizie. Troppo piccola per far valere il suo carattere rivoluzionario, ha dovuto abbassare la testa di fronte alle difficoltà. Una volta diventata adulta e imparato il mestiere d’insegnante, decide di cercare la sua strada lontano, cominciando a vivere in quel mondo “fuori” che non ha mai conosciuto. Approda a Thornfield Hall per fare da istitutrice alla piccola protetta del signor Rochester, e coltiverà con quest’ultimo un rapporto schietto e fiero, dal quale nasceranno grandi tormenti.
Non voglio rivelare altro della trama, ma voglio parlarvi della grande protagonista di questo capolavoro della maggiore delle sorelle Brontë. La storia non è poi così innovativa: orfana maltrattata dal mondo che la circonda, parenti serpenti, ecclesiastici rigidi, nobiltà altezzosa, campagna inglese, grandi magioni… Conosciamo moltissimi romanzi che hanno questi come elementi principali, ma quello che rende la storia unica non sono tanto gli avvenimenti, quanto la modernità della protagonista. Jane Eyre è una ragazza che desidera una sua indipendenza, che vuole lavorare per mantenersi, che non ha paura di dire quello che pensa e pensare differente da come si dovrebbe. Nel suo primo incontro con Rochester si dimostra molto pronta di spirito, lo sarà altrettanto successivamente, quando scoprirà che quell’uomo misterioso altro non è che il suo datore di lavoro. Non gli risparmierà mai risposte sincere e taglienti, sfidando le sue provocazioni. Rimarrà sempre fedele a se stessa nonostante questo causi dolore, non cederà, non scenderà a patti. Non sceglierà la via facile insomma, ma quella tortuosa della virtù e della solitudine.
È da ammirare Jane Eyre, che ascolta la propria coscienza, che segue la rettitudine che si è creata da sola, perché da sola è sempre stata. È una donna forte, molto moderna per l’epoca in cui vive, ed è proprio questa sua contemporaneità che la rende intramontabile. Se la prelevassimo dal milleottocentocinquanta e la mettessimo nel duemilaventuno non sfigurerebbe affatto, anzi molto probabilmente diventerebbe un esempio: eroina dell’età vittoriana come di oggi. Charlotte Brontë è riuscita a creare un personaggio attuale per i nostri tempi, ma molto rivoluzionario per quelli che stava vivendo lei. Oltre centosessant’anni fa le donne non avevano certo la libertà di pensiero e parola che hanno ora (e non è una libertà ancora totale, come sappiamo) ma la sua Jane Eyre è fatta di un altro stampo. Non teme di dire la sua, non teme di disobbedire a quello che ci si aspetterebbe da lei. Resta costantemente ligia ai suoi principi, resiste alle tentazioni o alle “accomodature” per convenienza, non perdendo mai di vista la propria natura. Questo fa di lei una protagonista amatissima dalle lettrici (e dalla critica) di tutto il mondo; Charlotte Brontë ha saputo dare vita a un personaggio eterno, che sono certa possa essere d’esempio a molte giovani ragazze che si stanno affacciando alla vita.
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Mia Wasikowska nel ruolo di Jane Eyre nel film del 2011