Bernardine Evaristo ci trascina dentro le vite di dodici eroine insegnandoci che dietro un volto c’è molto di più.
Chiunque, nella propria vita, incontra decine, centinaia di persone. A volte entriamo di più in contatto, altre volte lo facciamo in modo superficiale. Un parente, un’insegnante, il vicino di casa, la compagna di banco, la commessa dell’ortofrutta… tante vite intrecciate o sfiorate, spesso amate, altre volte subite, odiate. Ma, che abbiano lasciato un segno più o meno positivo, sono certa che nessuno e nessuna si sia mai scomodato a capire chi c’è dietro quel volto.
Bernardine Evaristo, nel suo Ragazza, donna, altro (edizioni SUR), ci parla di dodici donne che, in qualche modo, intrecciano il loro cammino. Dodici donne britanniche e nere, giovani e meno giovani, grintose o più docili, ma sicuramente con un passato alle spalle. Questo passato Evaristo ce lo racconta con destrezza e sapienza, scivolando via dal presente con una fluidità setosa e portandoci nel vissuto di ognuna delle sue protagoniste. Le storie che narra ammaliano, avvolgono e ci rendono partecipi dei trascorsi di ognuna delle eroine che tinteggiano le pagine del romanzo. È impossibile non amarle o provare il bisogno di aiutarle e proteggerle, rimanere indifferenti è fuori discussione.
Evaristo, oltre a dare una grande prova narrativa e stilistica, ci regala anche una consistente dose di umanità, merce sempre più rara insieme all’empatia. Ci fermiamo mai a riflettere sulla vita che ha vissuto o sta vivendo chi abbiamo davanti? Ci chiediamo mai il perché di un atteggiamento, un comportamento o una scelta? La risposta ottimistica può essere “raramente”, ma penso che un “no” sia molto più sincero. L’autrice, con il suo Ragazza, donna, altro ci fa capire che ognuno di noi ha un passato, una storia che pesa sulle spalle. Le nostre scelte sono sempre dettate dalle impronte che la vita ci ha lasciato dentro, più raramente da quelle che vorremmo lasciare noi (e, in questo caso, serve sempre tanto coraggio). Ecco allora che le storie delle dodici donne di Evaristo ci mostrano quanto sia fondamentale non affrettare il giudizio, donandoci la preziosità della comprensione. I tormenti interiori, i trascorsi sociali, le turbolenze familiari hanno guidato ogni passo di queste donne, come anche la vita ha guidato i nostri e quelli di tutti gli esseri viventi. Tuffarci in questa lettura ci fa capire quanto sia importante togliere i paraocchi e aprire la mente. Vedere e capire, assimilare, rispettare. Magari non condividere, non è obbligatorio essere sempre d’accordo, ma sicuramente fare qualche passo fuori dal nostro egocentrismo.
Se è vero il detto che ogni buon libro debba anche lasciare qualcosa, Ragazza, donna, altro ci insegna a vivere di più e meglio, a non restare passivi di fronte a stereotipi o incasellamenti sociali, ma spingersi un po’ oltre e sforzarsi di capire le persone che ci circondano, rimettere la coda di paglia nell’armadio e abbassare le difese quel tanto che basta da sbirciare al di là. Quello che è certamente rimasto a me è la bellezza di dodici donne straordinarie e la consapevolezza che si debba sempre spingersi per andare oltre l’ostacolo, qualunque esso sia, chiunque lo imponga e in qualsiasi modo venga imposto, soprattutto se a farlo è una società cieca e accentratrice.
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Bernardine Evaristo