La luce che pioveva di Giuliana Zeppegno, un abbraccio tra passato e presente

Giuliana Zeppegno
Quanto sappiamo dei nostri genitori? E quanto la loro storia potrebbe spiegarci di loro? Un cammino singolo da percorrere in due.

La distanza che c’è fra i genitori e i loro figli si può misurare nello spazio di tempo che li divide dal loro primo incontro. Mentre però per un genitore assistere alla vita del figlio è parte integrante del loro rapporto, un figlio non ha idea di chi sia la persona che si trova davanti. Il suo passato, il vissuto, la storia personale. Difficoltà, amori, lotte, soddisfazioni, tutte cose sconosciute, un cammino del quale i figli non sono mai messi completamente al corrente, anzi a volte per nulla.

In La luce che pioveva, uscito per L’Orma Editore lo scorso febbraio, Giuliana Zeppegno cerca di appianare questa distanza o, per lo meno, di ridurla un po’. Incontriamo una voce narrante e una protagonista della storia che racconta, che sono rispettivamente l’autrice e sua madre. Attraverso un colloquio a una sola voce Giuliana Zeppegno ripercorre la vita della madre, ricostruendola fin dall’infanzia. La conosciamo bambina della campagna piemontese, giovane ragazza negli anni ’60, lavoratrice assennata, sposa prima timida poi forte, mamma attenta. La storia è raccontata attraverso i ricordi tramandati alla figlia e che lei ripercorre passo dopo passo, rammentando episodi «che accumulandosi già facevano quella cosa lenta e febbrile che a stento sapevi di star vivendo ed era la tua vita.»

La luce che piovevaChe cos’è la vita se non un’insieme di accadimenti, appunto? Ed è il modo in cui si affrontano quegli accadimenti che determina chi siamo e la direzione che decidiamo di prendere. Volenti o nolenti siamo la somma dell’ambiente in cui siamo cresciuti, della famiglia che abbiamo avuto attorno, delle opportunità colte ma anche fuggite via. Soprattutto, da una certa età in poi, siamo il risultato delle nostre scelte. Spesso noi figli ci interroghiamo (a volte anche arrabbiati) sulla ragione di severità o limiti che ci venivano imposti da piccoli. Ci scontriamo con le evidenti differenze generazionali, ma non ci fermiamo mai a riflettere da cosa nascano quelle differenze. È la storia del singolo che forgia la persona e sarebbe illuminante conoscere quella dei nostri genitori fin nei più piccoli particolari. Sono convinta che, in questo modo, riusciremmo a capire meglio tante decisioni prese, tanti pareri discordi dai nostri. Sarebbe un ottimo modo per trovarsi a metà strada e continuare il cammino insieme.

Giuliana Zeppegno nel suo libro fa qualcosa del genere. Ripercorre il cammino della madre e, in un certo senso, lo rivive sulla sua pelle. Dalla premessa: «Questo libro non parla quindi di ciò che è accaduto, ma di ciò che tu hai vissuto. Di ciò che ricordo dei tuoi racconti intorno ai ricordi della tua vita. Non vi succede quasi nulla, ma si potrebbe anche dire che vi succede tutto.» Leggendo le sue parole ho sentito una voce dolce, cullante, di quelle che s’immaginano a leggere le fiabe ai bambini, di quelle che mettono serenità. Il tono è materno e l’uso della seconda persona singolare come scelta narrativa fa davvero immaginare una madre e una figlia, con le mani le une nelle altre, che si parlano a cuore aperto, magari di fronte a una buona cioccolata calda.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: Giuliana Zeppegno

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1 commento su “La luce che pioveva di Giuliana Zeppegno, un abbraccio tra passato e presente”

  1. Originale la scelta della seconda persona con cui il suo racconto e il tuo si fondono. Ma una cosa ancora mi ha colpito… Particolari della mia esperienza di madre che si accarezza la pancia in cui porta suo figlio e conta i piccoli rigonfiamenti, cercando di riconoscere la testolina o un ginocchio e poi? Sono troppi?… E la scoperta alla fine dell’attesa!!! Grazie Giuliana per l’emozione che mi ha fatto rivivere le mie emozioni di quel tempo in cui anche io diventavo, di nuovo, mamma!

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