Miglior documentario per la forza con cui accompagna, per ben quattro anni, le dolorose vicissitudini della vita della protagonista.
Chaylla (Francia 2022, Novanima productions), scritto e diretto da Clara Teper e Paul Pirritano, vince il premio come miglior documentario al SanGiò Verona Video Festival (23 – 27 luglio 2022). La motivazione della giuria è stata la seguente: «Per la forza con cui accompagna per ben 4 anni la lotta anche con se stessa di una giovane donna che cerca per sé e per i propri figli di affrancarsi da una relazione tossica.»
Il film, con apparente semplicità, riesce a suscitare emozioni profonde, creando tra la protagonista, la magnetica e coraggiosa Chaylla, e gli spettatori una connessione e una solidarietà immediate. Clara Teper e Paul Pirritano hanno nei suoi confronti un approccio non giudicante che riesce a dare forma alle inquietudini e al suo dolore senza mai scadere nel pathos. Semplicemente, lasciano Chaylla libera d’esprimersi.
La storia si svolge a Lens, una delle tante anonime cittadine nel nord della Francia. Quando i registi cominciano a seguire la protagonista, questa ha solo ventitré anni e un vissuto già segnato da numerose esperienze negative, tra cui un compagno violento e alcolizzato. Tra battaglie legali e lotte interiori, Chaylla ritrae quattro anni della vita di una giovane, i cui desideri di libertà e giustizia sono intrappolati tra meccanismi di controllo e dipendenza.
Il film evidenzia l’importanza dell’alleanza fra donne in un contesto dove il binarismo di genere satura tutto fino alle più fatali conseguenze, dove la mascolinità si esprime attraverso la rabbia e la frustrazione. Anche se il principe azzurro rimane ancora il protagonista dei sogni di Chaylla e della sua migliore amica Pauline, piano piano sfuma, diventando un’abitudine mentale. In questo modo trovano spazio amicizie tenere e profonde, il terreno fertile sul quale questa donna oltre il consueto potrà cominciare a ricostruirsi.
Cinzia Inguanta
Foto in alto: Chaylla
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