La pillola che leggete oggi è un brano tratto dal racconto “Le elezioni non finiscono mai” di Alessia Bottone, pubblicato nell’antologia “Veronesi per sempre” (2021) di Edizioni della Sera.
Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.
È una calda mattina di settembre quando Aurora Mantovani approda alle scuole medie. La professoressa le assegna il banco in prima fila accanto a quello di Michele Pellegrini, un ragazzino educato dall’aspetto curato. Lui è proprio quello che sembra: un tipo metodico e studioso particolarmente seguito dalla madre, proprietaria di un negozio di abbigliamento in centro, che sogna per lui una carriera da avvocato affinché segua le orme del padre Gianni. La sua coetanea non gli assomiglia affatto: è un’anticonformista desiderosa di vivere senza costrizioni. Sua madre Stella gestisce una piccola attività di prodotti di cosmesi naturali, e il padre Francesco confeziona oggetti di artigianato con le sue abili mani. È cresciuta a pane e comunismo, le pareti di casa sua sono tappezzate da pagine di giornale raffiguranti Berlinguer o Togliatti, e i suoi pomeriggi sono scanditi dalle letture che divora in compagnia del padre. Entrambi sono ragazzi atipici, estremamente influenzati dalle idee politiche delle rispettive famiglie. Da anni, infatti, a casa Pellegrini si vota a destra, anche se negli ultimi tempi qualcosa è cambiato: è il periodo di Tangentopoli, e Michele e la famiglia mostrano un certo interesse nei confronti di quell’imprenditore non proprio amato a casa Mantovani. Questo è uno dei tanti motivi che porta i due ragazzini a scontrarsi quotidianamente, trasformando l’aula in un banco di prova dove mettono in pratica la loro arte oratoria nel tentativo di convincere la classe a schierarsi politicamente, a destra con Michele, a sinistra con Aurora. I loro compagni li adorano, perché gli intervalli e le noiose lezioni si tramutano in teatrini esilaranti in cui nessuno dei due contendenti sembra voler mollare la presa, a costo di mettersi in ridicolo.
I ragazzi sono impegnati su fronti diversi: lui inizia la sua personalissima campagna elettorale per farsi eleggere capogruppo all’interno della classe, anche perché è convinto che un giorno riuscirà a farsi notare in politica, attirando in questo modo le attenzioni di suo padre. Lei, invece, è a capo della sua protesta denominata “La rivoluzione del grembiule”, il cui slogan recita: “La divisa annienta la diversità. Ribelliamoci”. La battaglia continua per giorni e arriva a coinvolgere tutte le classi dell’istituto. Inizialmente la questione viene vista solo come un’utopia, poi, anche grazie al supporto di altri studenti, la divisa si trasforma presto in un ricordo del passato. Aurora è al settimo cielo, la sua vittoria la convince a continuare a perseguire i suoi ideali di giustizia e libertà. L’amico ascolta i suoi discorsi divertito, non condivide affatto le sue idee ma non può più fare a meno del chiasso e dell’energia che la pestifera ragazzina ha portato nella sua vita. Aurora, forte della sua vittoria, punta a un secondo obiettivo, lo scontro con la professoressa Carrino, la quale, per richiamare l’attenzione degli studenti, è solita grattare la lavagna con i rebbi di una forchetta, un gesto che la ragazza non riesce a concepire. Così, un venerdì, Aurora lancia la forchetta dalla finestra, e la professoressa la fa sospendere. Al ritorno a scuola è preda delle provocazioni e degli scherni del suo compagno di classe Gian Filippo, che una mattina la spintona facendola capitombolare a terra. Michele, che assiste alla scena, decide di intromettersi prendendo Aurora sotto braccio, e ribatte: «Pensa ai fatti tuoi, che a lei ci penso io.» Quel gesto segna l’inizio della loro amicizia.
Alessia Bottone
Alessia Bottone è regista, sceneggiatrice, giornalista e docente universitaria. Laureata in Istituzioni e Politiche per i Diritti Umani e la Pace, consegue il master in Sceneggiatura “Carlo Mazzacurati”. Lavora alla regia e sceneggiatura del cortometraggio Violenza invisibile, dedicato alla violenza psicologica sulle donne, e dei documentari Ritratti in controluce e Ieri come oggi. Premiata per le sue inchieste sulla comunicazione sociale e le barriere architettoniche, è tra i finalisti del Premio Cesare Zavattini 2018 con La Napoli di mio padre, vincitore a festival cinematografici anche internazionali. Ha pubblicato Amore ai tempi dello stage (2013, Galassia Arte) e Papà mi presti i soldi che devo lavorare? (2015, Kowalski). Premiata ai “Nastri d’Argento 2021” con la Menzione Speciale 75.
Foto in alto: di Kellepics e di Andy M. da Pixabay
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Le elezioni non finiscono mai racconto di Alessia Bottone, pubblicato nell’antologia Veronesi per sempre (2021) di Edizioni della Sera.