Disturbi che in primavera-estate si manifestano con stanchezza fin dal mattino, insonnia, nervosismo, perfino con uno scarso rendimento mentale.
L’intestino è tutt’oggi uno degli organi più vulnerabili dell’uomo, una dimensione facilmente attaccabile, fragile, che risente di cambiamenti, ritmi quotidiani, cattive abitudini. Spesso il nostro apparato intestinale “parla” attraverso dolori e disturbi fastidiosi che compromettono la vita quotidiana. Disturbi che in primavera-estate si manifestano con stanchezza fin dal mattino, insonnia, nervosismo, perfino con uno scarso rendimento mentale. Ne abbiamo parlato con la naturopata Daniela Cimpeanu.
Stipsi e stanchezza sono legate?
«Secondo studi recenti di neurofisiologia, è molto stretto il nesso tra stipsi e stanchezza. Del resto, chiunque avrà notato che quando l’intestino è infiammato, quando evacua poco e male e si ha una pancia gonfia, tutto il corpo sembra appesantito: questo succede perché l’accumulo di scorie con il tempo manda in circolo veleni e sostanze tossiche che si depositano in profondità nelle cellule, modificandone la normale funzionalità.»
La stitichezza può essere uno dei sintomi dell’infiammazione intestinale?
«Un intestino infiammato rallenta la sua attività: si manifestano cosi gli episodi di stipsi, che tecnicamente ricorre quando si evacua meno di tre volte in una settimana. La responsabilità è della minore motilità dei muscoli addominali, da cui dipendono i movimenti peristaltici che spingono gli scarti verso l’esterno. Ma se la pigrizia intestinale persiste, l’organismo assorbe meno nutrienti e meno oligoelementi, facendoci scivolare in un circolo vizioso dove, oltre alla stitichezza, si manifestano disturbi come dolori addominali, gonfiori, meteorismo, fermentazione, disturbi digestivi, cali energetici e spesso anche sovrappeso dato da un blocco metabolico.»
Con quali conseguenze?
«Gli organi vitali funzionano a rilento, il sangue diventa viscoso e i tessuti sono meno nutriti e ossigenati: in questo stato di intossicazione generale, la stanchezza è il sintomo prevalente. Se altri sistemi preposti all’eliminazione sono ipoattivi, una maggior quantità di residui rimane all’interno. La capacità digestiva rallenta e i materiali digeriti parzialmente aumentano il disturbo poiché da essi l’organismo non può ricavare i nutrienti per costruire un tessuto sano. Un organismo sovraccarico di tossine non è in grado di depurarsi da solo e non permette una corretta ossigenazione dei tessuti. Senza ossigenazione, con le energie in calo, il corpo è stanco e continua in questa spirale discendente. Quando ogni tessuto avrà raggiunto lo stadio degenerativo, l’insediamento tossico avrà soverchiato le difese.»
Cosa fare per ripristinare la salute dell‘intestino?
«Per disintossicarsi, occorre seguire un drenaggio dei tessuti emuntori (intestino, fegato, reni e pelle). Il nostro corpo può essere sopraffatto da queste scorie a causa della fatica organica, di una circolazione deficitaria o di una dieta inadatta. Durante la disintossicazione è importante eliminare queste tossine in modo tale da non “fare girare solamente le ruote”. Non possiamo mettere il vino nuovo nelle bottiglie sporche. Non possiamo mettere il cibo vitale in un organismo intossicato. Stiamo andando verso un risultato parziale e forse anche trascurabile. Resta prioritaria la pulizia intestinale per favorire l’eliminazione della flora batterica patogena, la riossigenazione delle mucose intestinali e il ripristino della flora batterica buona selezionata per ogni tratto
dell’intestino. Inoltre è fondamentale porre l’attenzione su ciò che mangiamo come e quando lo mangiamo, affinché non si verifichino, o si verifichino il più tardi possibile, i fenomeni di “alterazione” dell’ambiente intestinale. Prestiamo maggiore attenzione all’intestino. La salute parte da qui.»
Vedi anche: Quando l’intestino è pigro l’intero organismo è nei guai
© RIPRODUZIONE RISERVATA