Vita in campagna. Appunti di viaggio di una cittadina in trasferta #2

Vita in campagna, il fieno
Oggi ci inoltriamo insieme nei segreti del fieno: un trionfo di fragranze, effluvi e magie racchiuse nelle erbe di campo. Un incantesimo da scoprire.

L’appuntamento quotidiano con il fieno è speciale: durante l’inverno passo almeno venti minuti con i miei asini, immersa in odori e profumi incredibili e strani! D’estate è tutto più veloce perché hanno molta più possibilità di trovare erbette diverse per nutrirsi e scegliere quelle che preferiscono ma, poiché paglia e fieno sono importanti per la loro dieta, ne metto un po’ nella mangiatoia, così quando rientrano nella stalla integrano la loro alimentazione che è esclusivamente erbivora.

Ogni giorno quello che respiro è diverso, dipende dalla balla di fieno che apro. I campi che vengono fienati (come si dice qui in provincia di Arezzo) hanno una varietà incredibile di erbe e fiori, diversi per zona. Dipende da quanto sole hanno ricevuto, da quanta acqua è piovuta, o dove è rimasta un po’ più a lungo, perché il terreno non è mai uniforme.

E ogni giorno è una sorpresa, per il naso, prima di tutto, ma anche per la vista. Quando ho iniziato a “governare” gli asini mi piaceva stare a mani nude, ma con il tempo ho dovuto cedere ai guanti perché gli spini sono sempre in agguato. Non ce ne sono tanti, ma quando ci sono si fanno ben sentire e non è sempre semplicissimo toglierli. Così a un certo punto ho preso la decisione: un bel paio di guanti e lascio che il mio naso goda in tutta tranquillità. Certo, a volte ci sono anche odori piuttosto acri, ma la maggior parte è un vero tripudio di essenze.

Fiori di campo essiccati  e altre erbe spontanee che inondano l’aria: tarassaco, cicoria selvatica, malva, melissa, achillea, pimpinella, calendula, iperico, cardi, ortica, cicorione, camomilla … vi domanderete sicuramente come una cittadina come me riesca a riconoscere tutte queste varietà. Non è stato facilissimo, lo confesso. La consulenza dei miei vicini è stata fondamentale, poi ho scoperto Google lens. Wow! Che strumento straordinario. Una foto e tac: ecco svelato qualunque mistero. L’importante è che la tramontana non mi tolga la connessione!

fieno vita in campagna
Vita in campagna nel Casentino, il fieno – Foto di Serena Betti

Le erbe e i fiori di campo continuano a crescere anche dopo la fienatura, per fortuna, e per tutta l’estate i profumi e i colori sono un grande regalo. Molte erbe sono bellissime. L’erba medica ha un fascino particolare: dopo il fiore, che è blu violaceo, appaiono i legumi che sono delle chiocciole, spirali di una perfezione assoluta.

La carota selvatica nei mazzi estivi che metto sulla tavola non può mancare: i fiori sono dei deliziosi ombrellini bianco rosati. Il cipollaccio è buffissimo. Assomiglia ai muscari, quei fiori a pannocchia di pallini blu che si possono trovare anche in certi negozi di fiori che hanno a cuore quelli più selvatici, e si differenzia per una vistosa corona in cima al gambo.

Questo è il tempo in cui si attende che i nostri due campi siano rigogliosi. Tra un po’ si procederà con la fienagione: con il trattore si taglia l’erba, poi con il ranghinatore la si gira perché si asciughi bene al sole, e poi sempre con un attrezzo speciale attaccato al trattore se ne fanno balle che mettiamo sopra la stalla. Ecco pronta la scorta invernale per i nostri asini.

Cercando ispirazione per la rubrica che curo insieme a Debora Menichetti, La poesia nel dì di domenica, ho trovato una poesia di Emily Dickinson proprio sul fieno.

L’erba ha così poche occupazioni –
un mondo di semplice verde
con solo farfalle su cui meditare
e api da ospitare –
non ha da fare altro che cullarsi
tutto il giorno ai suoni melodiosi
che le brezze portano leggere –
e accogliere in grembo la luce –
e inchinarsi ad ogni cosa –
e infilare le gocce di rugiada
come perle, per tutta la notte –
e diventare così raffinata
che una duchessa invano attenderebbe
da lei un invito, un saluto, un’attenzione.
E quando muore, non fa che trapassare
in odori divini –
come umili spezie addormentate
o nardi che si spengono –
per poi finire in supremi fienili
e sognare tutti i giorni.
L’erba ha così poche occupazioni –
mi piacerebbe tanto essere fieno.

Lascio a voi la gioia di immaginare la straordinaria abbondanza di profumi di cui è ricco il fieno;  è delizioso immergersi in esso e lasciarsi trasportare.

Serena Betti

In alto: Vita in campagna. Casentino campi coltivati a fieno – Foto di Serena Betti

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1 commento su “Vita in campagna. Appunti di viaggio di una cittadina in trasferta #2”

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