Una delle scrittrici più amate della narrativa francofona e apprezzata in tutto il mondo per i suoi testi profondi e originali.
Pochi giorni fa, il Premio Hemingway 2023 per la Letteratura è stato assegnato ad Amélie Nothomb con queste parole della giuria: «i suoi romanzi, pervasi da un ritmo irresistibile, sono un inno alla giovinezza, alla fragilità e unicità di ogni essere umano e di ogni relazione umana, alla gioia del corpo, all’essere liberi e abbandonarsi ai sensi e ai sogni, a quella bizzarra avventura che chiamiamo amore. Un caleidoscopio di vita in cui si scopre la meraviglia dell’umano, a volte anche le sue terribili profondità, con un senso ancora intatto di stupore e fascinazione, miracolo che riesce solo alla grande letteratura».
Tra i numerosi titoli da lei pubblicati ne ho scelti tre fra quelli che più mi hanno colpita e ve li propongo con le mie personalissime motivazioni.
Qualche anno fa, mentre ero in vacanza al mare, scovai questo libro in una bancarella. Non essendo troppo voluminoso mi sembrò perfetto da leggere in spiaggia, dato che avevo già finito la scorta che mi ero portata in valigia. Barbablù (Voland, 2013) è stato il primo romanzo che ho letto di Amélie Nothomb e mi ha talmente rapita che non ho più smesso. «A vent’anni, invece di interessarsi alle ragazze, si rimpinzava di uova. Da adulto, congela le donne per fotografarle.»
È in una sala d’attesa di un aeroporto che inizia la vicenda narrata nel romanzo Cosmetica del nemico (Voland, 2003). Un dialogo senza soluzione di continuità conduce verso un epilogo quantomeno inaspettato. «Vede, io sono un colpevole. Non tutti i criminali provano il senso di colpa ma, quando lo provano, non pensano più ad altro.»
I reality show sono la massima espressione dell’epoca predetta da Andy Warhol in cui tutti possono essere famosi per cinque minuti. In Acido solforico (Voland, 2006) Nothomb ne ipotizza uno in cui i concorrenti vengono rastrellati, prelevati contro la loro volontà, e trascinati in un campo di concentramento dove saranno kapò o detenuti. Il tutto viene trasmesso a puntate per un pubblico che finge di inorridire ma continua a guardarlo e a partecipare al televoto per “eliminare” i concorrenti. «Non abbiamo il diritto di non guardare: bisognerà essere testimoni di tanto orrore, verrà il momento della resa dei conti. E in quel momento non diremo certo che non c’eravamo.»
Erna Corsi
In alto: Le tre copertine dei 3 libri di Amélie Nothomb segnalati in questo articolo, foto di Claudia Olivato
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