L’affresco di un’epoca recente e turbolenta su cui si disegnano le vite delle protagoniste unite dalla condivisione un segreto familiare.
In Cara sorella (Edizioni Solfanelli 2023, pp. 272 – € 18,00) Bona Fiori restituisce una preziosa gouache di uno dei periodi più complessi del secolo scorso. Sono infatti gli anni di piombo a fare da sfondo alle vite di Eva ed Elettra, due sorelle legate da un patto suggellato da giovanissime prima di essere separate dal destino. Complici e custodi di questo segreto cresceranno in ambienti diversi, la tranquilla e monotona provincia ferrarese per una e Milano l’eccitante metropoli delle avanguardie per l’altra.
Le due sorelle, così diverse eppure così simili, troveranno la loro strada facendo i conti non solo con il lutto per la tragica perdita del padre ma anche con una madre anaffettiva, un fratello indifferente e una sorella assente che, di fatto, abbandonano a se stesse le nostre protagoniste. Bona Fiori con grande sensibilità psicologica si addentra nelle pieghe di questa famiglia che non sa essere nido, ricordandoci come oltre a quella “naturale” esista una famiglia elettiva che spesso accoglie quanto l’altra nega o respinge. Così Eva e Elettra in un continuo perdersi e ritrovarsi saranno punto fermo l’una per l’altra.
I dubbi, le domande, le ansie del passaggio alla vita adulta delle due sorelle sono amplificate dalla rivoluzione culturale che attraversa il ’68. Con il rumoreggiare in sottofondo di quegli anni così complicati e vitali, le vediamo crescere giorno dopo giorno e intrecciare legami con una ricca gamma di comprimari. Personaggi secondari ai quali Bona Fiori sa regalare la stessa dignità letteraria dedicata alle protagoniste. Ognuno con le proprie grandezze e debolezze. L’autrice però non è mai giudicante, semplicemente narra, ci fa vedere. E lo fa con una scrittura pulita che ci tiene incollati a Cara sorella pagina dopo pagina.
È stata Bona Fiori stessa a sciogliere l’unico dubbio che mi ha lasciato la lettura di questo piccolo gioiello: il finale. Com’è giusto che sia, mi ha sorpresa ma, per me, non era la conclusione di questa storia non per come è stata raccontata. E infatti, avevo visto giusto. La nostra scrittrice mi ha confessato, in gran segreto, che si è trattato di una scelta editoriale. Intendiamoci il finale è giusto, ma osare quello pensato dall’autrice avrebbe dato un plus a questo romanzo che consiglio caldamente di aggiungere alle vostre letture. Menzione d’onore anche per la copertina realizzata da Marica Caramia.
Cinzia Inguanta
Foto in alto: Bona Fiori durante un’intervista al Salone internazionale del libro di Torino, 2023
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