La poesia nel dì di domenica: di nuovo insieme a Alba Avesini

Alba Avesini - Foto Malagutti
Ritroviamo la traduttrice ufficiale degli albi di Asterix firmati Goscinni & Uderzo, su espressa richiesta dell’editore francese.

Alba Avesini, all’anagrafe Rosalba, scriveva versi, poesie, filastrocche solo per sé. Noi amicə ne siamo venutə a conoscenza dopo che ci ha lasciatə. Il marito Enrico e l’amica Francesca decisero di stamparle arbitrariamente, come hanno dichiarato nella Nota dei curatori: «Siamo consapevoli di aver violato il desiderio di privacy che l’autrice ha sempre tenacemente difeso. Si parva licet componere magnis … è noto che molte volte, dall’Eneide di Virgilio a Kafka o a Nabokov, sono state disvelate opere che in vita gli autori non volevano pubblicare. Noi ci siamo presi questa responsabilità perché non abbiamo resistito all’idea di permettere ad Alba di sorprenderci ancora una volta.» Ed è stata veramente una bellissima sorpresa l’uscita di Poesie e filastrocche, pubblicata da Scripta edizioni nel 2013.

Alba Avesini è stata protagonista della nostra rubrica nel mese di gennaio con le poesie Più stelle che cielo e Un libro, un disco. Oggi, accompagnata dalle immagini del video di Debora Menichetti, vi presentiamo una poesia-filastrocca.

Serena Betti

In alto: Alba Avesini – Foto Malagutti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono ciò che rimane
di  un fuoco ormai spento
Sono il ramo piegato dal vento
la duna di sabbia
la sera che cade in un velo di nebbia
Sono un corpo celeste lontano anni luce
una mano che cuce
un sasso nel greto
un granello di polvere sotto il tappeto
Sono un’acqua di stagno
una virgola
un segno
il tratto distratto di una matita
la magnolia sfiorita
la serpe che non lascia impronte
e poi
di sfuggita
il ricordo che scivola sulla tua fronte
sui tuoi occhi socchiusi
cielo e mare confusi
all’orizzonte.

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